Il Marzocco
Articolo Pubblicasto sulla rivista Firenze Informa nel 2005
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Tra i simboli di Firenze vi è certamente il Marzocco, il leone che sostiene uno scudo su cui è inciso il giglio fiorentino. Il leone appartiene da molti secoli alla tradizione fiorentina, e fu introdotto in riva all’Arno da alcuni veterani romani, i quali, dopo aver combattuto in Libia, si erano ritirati a Florentia, innalzando a grande onore il leone, simbolo della loro legione. Ma a Firenze non mancarono neanche i veri leoni, in carne ed ossa. Infatti nel periodo romano, in prossimità delle attuali Via Ghibellina e Via Verdi, sorgeva l’anfiteatro detto Parlascio, dove si svolgevano anche giochi gladiatori con il coinvolgimento di animali feroci (tuttora nella zona esiste Via Torta il cui percorso curvilineo dipende dal fatto che le case che si affacciano sulla strada sono state costruite sul perimetro dell'antico anfiteatro). Questi animali erano custoditi in alcuni gabbie e cunicoli stretti e mal illuminati adiacenti il Parlascio, tanto che oggi presso Via Torta esiste Via delle Burelle, il cui nome deriva proprio dal ricordo di quegli spazi bui.
Nei secoli successivi, divenuto il leone simbolo cittadino, fu deciso di offrire una dimora più dignitosa a queste nobili fiere, e furono cosìcostruite delle gabbie dietro a Palazzo della Signoria, in Via dei Lioni appunto (oggi Via dei Leoni). I leoni, ventiquattro se ne contavano nel Quattrocento, rimasero qui rinchiusi fino al 1550. In quell’anno infatti Cosimo I dei Medici, per realizzare i progetti del Vasari che avrebbero interessato l’ampliamento di Palazzo della Signoria e la costruzione degli Uffizi, decise di smantellare le gabbie e di costruirne delle nuove dove oggi si trova Piazza San Marco, precisamente all'angolo con l’odierna Via Battisti. Nel 1770, anche per mancanza di fondi, l'usanza di esporre in città i leoni fu definitivamente abbandonata. Da allora comunque i leoni sopravvivono a Firenze seppur in forma scultorea. Sull'arengario di Palazzo Vecchio infatti una copia ricorda l'originale Marzocco di Donatello, scolpito nel 1419, e qui rimasto esposto fino al 1865, quando fu definitivamente trasferito nel cortile de Bargello. Il Marzocco è presente anche sulla sommità della torre di Arnolfo di Cambio, sulla porta e sui lati di Palazzo Vecchio.
Più incerta invece l’origine della parola Marzocco; alcuni sostengono, presumibilmente, che derivi dal dio Marte (in latino Mars), nell’antichità protettore della città, e di cui, presso l’attuale Ponte Vecchio, sorgeva una statua che lo ritraeva accompagnato da un leone. Altre fonti invece sostengono che il nome deriverebbe da marza (ramoscello), con cui i fiorentini, sembra, indicassero familiarmente la zampa del leone stesa a sorreggere lo scudo.
RDF
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Tra i simboli di Firenze vi è certamente il Marzocco, il leone che sostiene uno scudo su cui è inciso il giglio fiorentino. Il leone appartiene da molti secoli alla tradizione fiorentina, e fu introdotto in riva all’Arno da alcuni veterani romani, i quali, dopo aver combattuto in Libia, si erano ritirati a Florentia, innalzando a grande onore il leone, simbolo della loro legione. Ma a Firenze non mancarono neanche i veri leoni, in carne ed ossa. Infatti nel periodo romano, in prossimità delle attuali Via Ghibellina e Via Verdi, sorgeva l’anfiteatro detto Parlascio, dove si svolgevano anche giochi gladiatori con il coinvolgimento di animali feroci (tuttora nella zona esiste Via Torta il cui percorso curvilineo dipende dal fatto che le case che si affacciano sulla strada sono state costruite sul perimetro dell'antico anfiteatro). Questi animali erano custoditi in alcuni gabbie e cunicoli stretti e mal illuminati adiacenti il Parlascio, tanto che oggi presso Via Torta esiste Via delle Burelle, il cui nome deriva proprio dal ricordo di quegli spazi bui.
Nei secoli successivi, divenuto il leone simbolo cittadino, fu deciso di offrire una dimora più dignitosa a queste nobili fiere, e furono cosìcostruite delle gabbie dietro a Palazzo della Signoria, in Via dei Lioni appunto (oggi Via dei Leoni). I leoni, ventiquattro se ne contavano nel Quattrocento, rimasero qui rinchiusi fino al 1550. In quell’anno infatti Cosimo I dei Medici, per realizzare i progetti del Vasari che avrebbero interessato l’ampliamento di Palazzo della Signoria e la costruzione degli Uffizi, decise di smantellare le gabbie e di costruirne delle nuove dove oggi si trova Piazza San Marco, precisamente all'angolo con l’odierna Via Battisti. Nel 1770, anche per mancanza di fondi, l'usanza di esporre in città i leoni fu definitivamente abbandonata. Da allora comunque i leoni sopravvivono a Firenze seppur in forma scultorea. Sull'arengario di Palazzo Vecchio infatti una copia ricorda l'originale Marzocco di Donatello, scolpito nel 1419, e qui rimasto esposto fino al 1865, quando fu definitivamente trasferito nel cortile de Bargello. Il Marzocco è presente anche sulla sommità della torre di Arnolfo di Cambio, sulla porta e sui lati di Palazzo Vecchio.
Più incerta invece l’origine della parola Marzocco; alcuni sostengono, presumibilmente, che derivi dal dio Marte (in latino Mars), nell’antichità protettore della città, e di cui, presso l’attuale Ponte Vecchio, sorgeva una statua che lo ritraeva accompagnato da un leone. Altre fonti invece sostengono che il nome deriverebbe da marza (ramoscello), con cui i fiorentini, sembra, indicassero familiarmente la zampa del leone stesa a sorreggere lo scudo.
RDF
Molto interessante... delle curiosità piccole ma che raccontano una storia di una delle più belle e importanti città di Italia...
RispondiEliminaun esemplare autentico si trova dentro al palazzo d Arnolfo a s.Giovanni valdarno
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