Il fagiolo è un ingrediente classico della cucina toscana, e la nostra regione da sempre è fiera, ma anche, giustamente, gelosa della propria tradizione gastronomica. Tant’è che perfino gli amanti dell’innovazione, i futuristi del Novecento,
arditamente glorificarono il fagiolo toscano schierandosi per la sua tutela. Intorno agli anni venti del XX° secolo, in una cena offerta al Circolo degli Artisti di via dei Servi, un gruppo di futuri inneggiò così al fagiolo, ingrediente principale di quel banchetto:
“
Ave o fagiuolo, divinamente fiorentino, cui natura diede forma di cuore, come del fatal viscere umano […] .
Cosparso l’edulio con l’olio soave dei colli toscani, battezzandolo al Chianti generoso e al Pomino soave, leviam fratelli di mensa l’inno secolare: ave o fagiuolo”.
Roberto Di Ferdinando
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