Le librerie fiorentine nei ricordi di Giovanni Spadolini
Di seguito alcuni brevi passi di Giovanni Spadolini che si sofferma a descrivere il ricco panorama di librerie nella Firenze degli inizi degli anni Trenta del XX° secolo.
“Quel tratto di via Martelli….Otto anni della mia vita, dal 1935 al 1943, dominati da quella strada, e da quelle insegne, e da quei fermenti di vita.
[…] la prima libreria in cui si sia scontrata la mia adolescenza curiosa e cercante, cioè quella libreria ‘Giorni’ che ho tante volte evocato nei miei scritti, punto di incontro, lo scantinato umido e difficilmente accessibile – con i libri di Gobetti e di Salvemini, e con le edizioni Bocca, e con quelle Corbaccio, e con la produzione letteraria e politica del primo venticinquennio del secolo.
E poi le altre libreria di via Martelli, ‘Petrai’, raffinato ed elegante, poco dopo ‘Giorni’, davanti la libreria ‘Beltrami’, la più aggiornata, la più à la page, che era il luogo di conversazione per gli scrittori toscani dominanti di quella stagione letteraria (ricordo di aver viso Papini, Palazzeschi, Soffici, Lisi).
E poi rimontando su su la libreria ‘Marzocco’ che risuscitava il nome di un editore caro alla mia famiglia, il nome di Bemporad cancellato dalle infauste leggi razziali.
E poi ancora sull’angolo di via Martelli con via dei Pucci la libreria ‘Del Re’, più vicina alla cartoleria e alla produzione per le scuole, così solida, così schiettamente borghese, così anche diffidente e un po’ paterna verso gli studenti che cercavano i quaderni più beli o gli atlanti aggiornati.
Chi scrive queste pagine ricorda la libreria ‘Bemporad’ di via del Proconsolo: una libreria grande e anche alquanto cupa, forse per il tratto di strada su cui si apriva […].”
(Giovanni Spadolini - La libreria Marzocco, in La mia Firenze)
“Quel tratto di via Martelli….Otto anni della mia vita, dal 1935 al 1943, dominati da quella strada, e da quelle insegne, e da quei fermenti di vita.
[…] la prima libreria in cui si sia scontrata la mia adolescenza curiosa e cercante, cioè quella libreria ‘Giorni’ che ho tante volte evocato nei miei scritti, punto di incontro, lo scantinato umido e difficilmente accessibile – con i libri di Gobetti e di Salvemini, e con le edizioni Bocca, e con quelle Corbaccio, e con la produzione letteraria e politica del primo venticinquennio del secolo.
E poi le altre libreria di via Martelli, ‘Petrai’, raffinato ed elegante, poco dopo ‘Giorni’, davanti la libreria ‘Beltrami’, la più aggiornata, la più à la page, che era il luogo di conversazione per gli scrittori toscani dominanti di quella stagione letteraria (ricordo di aver viso Papini, Palazzeschi, Soffici, Lisi).
E poi rimontando su su la libreria ‘Marzocco’ che risuscitava il nome di un editore caro alla mia famiglia, il nome di Bemporad cancellato dalle infauste leggi razziali.
E poi ancora sull’angolo di via Martelli con via dei Pucci la libreria ‘Del Re’, più vicina alla cartoleria e alla produzione per le scuole, così solida, così schiettamente borghese, così anche diffidente e un po’ paterna verso gli studenti che cercavano i quaderni più beli o gli atlanti aggiornati.
Chi scrive queste pagine ricorda la libreria ‘Bemporad’ di via del Proconsolo: una libreria grande e anche alquanto cupa, forse per il tratto di strada su cui si apriva […].”
(Giovanni Spadolini - La libreria Marzocco, in La mia Firenze)
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