Rifredi

“[…] Alcuni fanno addirittura risalire l’origine di Rifredi al epoca pre-romana, longobarda. E che il nome derivi da Rio di Ofrid, cioè il Terzolle (rio) e le terre intorno appartenute ad un signore longobardo che si chiamava, appunto, Ofrid o Fredi.
Ma esistono anche altri documenti, posteriori, che menzionano, nel 1124, il territorio come Rio Frido; da qui Rio Freddo (sempre il Terzolle, naturalmente), e quindi Rifredi.
Quanto al fatto che il Terzolle si meritasse l’appellativo di fiume o torrente (rio) “freddo”, oggi rimane difficile crederci: a guardarlo dalle spallette del ponticino di via Caccini (che una volta era di legno e si chiamava “ponte del Rotondino”), o da quello di piazza Dalmazia oggi fa solo […] l’impressione di un rigagnolo  […].  Ma in altre, lontane ma anche non troppo lontane, epoche, è assai probabile che il Terzolle, o Rio Freddo che dir si voglia, fosse un robusto fiumicello che scorreva con giovanile ardore a buttarsi nel Mugnone e poi, con questo, dentro il padre Arno. Però Rio Freddo ma anche Terzolle, e questo era il nome con il quale i romani, che in queste cose erano puntigliosi, identificavano la zona: il terzo miglio da Firenze della Cassia proprio dove il torrente è attraversato dal ponte. Così come Sesto Fiorentino (il proseguimento di quella strada) è, esattamente, “ad sexstum milium”. […]”
(Tratto da: “C’era una volta (e c’è ancora) una Casa del Popolo”, di Andrea Mugnai, 2001)

Si legga anche: il fiume Terzolle

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