La fortuna nacque dalla pipì
(fonte: Il Canto dei Bischeri), a cura di Roberto Di Ferdinando
I componenti della famiglia dei Rucellai erano membri sia dell’Arte della Lana che di quella della Seta in quanto commerciavano stoffe , ed erano i più importanti e ricchi commercianti di tessuti del Rinascimento. Ma la fortuna di questa nobile famiglia fiorentina nascerebbe da una particolare curiosità, infatti si narra che un suo antenato, il mercante Alemanno del Giunta, nel XII secolo fosse in viaggio nelle isole Baleari e scendendo da cavallo per un bisogno fisiologico si accorse che una particolare erba selvatica a contatto con l’urina produceva una colorazione rossa. Sebbene l’utilizzo della macerazione dell’urina per il trattamento e lavorazione dei tessuti fosse praticato già dai tempi dei romani (si ricordi il motto di Vespasiano: “pecunia non olet”), Alemanno scoprì però che questi licheni del genere Rocella e Pertusaria, in seguito ad un processo chimico a contatto con l’ammoniaca (presente nell’urina) producevano un particolare ed unico colorante rosso violaceo (detto oricello) che da quel momento fu molto usato e ricercato per la colorazione dei panni di lana fiorentini. Alemanno iniziò ad importare a Firenze grandi quantità di quei licheni che presero anch’essi il nome di “oricella”. A Firenze iniziò anche una loro coltivazione appena fuori le mura, nascono così gli “Orti Oricellari”, nome che ancora oggi è rimasto nella topografia di Firenze (zona Porta a Prato). La famiglia del Giunta divenne così sempre più ricca grazie a questi miracolosi licheni ed il suo nome di trasformò prima in Oricellari e poi, ingentilito in Rucellai. Le ingenti disponibilità finanziarie della famiglia contribuirono ad arricchire il patrimonio artistico di Firenze. Nel XII secolo i Rucellai fecero costruire la loro cappella nel transetto di Santa Maria Novella, nella quale fu collocata Maestà del senese Duccio di Buoninsegna, che prese il nome di Madonna Rucellai e che oggi si trova agli Uffizi. Nel Quattrocento, la famiglia Rucellai, con il mecenate Giovanni Rucellai incaricò l’architetto Leon Battista Alberti di progettare alcuni dei più importanti capolavori a Firenze: il Palazzo Rucellai (via della Vigna Nuova), il Tempietto in San Pancrazio, la Loggia Rucellai (tra via della Vigna Nuova e piazza Rucellai) e, soprattutto, la facciata marmorea di Santa Maria Novella.
In seguito Bernardo Rucellai fu l’ideatore delle riunioni dell’Accademia platonica nei giardini di proprietà della famiglia (gli Orti Oricellari) che videro la partecipazione anche di Niccolò Machiavelli.
Alcune curiosità: sull'architrave superiore della facciata di Santa Maria Novella vi è un'iscrizione che ricorda Giovanni Rucellai il benefattore che finanziò il rivestimento della facciata (quasi uno sponsor!) e un simbolico anno di completamento, il 1470: IOHA(N) NES ORICELLARIUS PAV(LI) F(ILIUS) AN(NO) SAL(VTIS) MCCCCLXX (Giovanni Rucellai, figlio di Paolo, anno 1470). Sempre lungo la facciata si ripete il fregio con le "vele con le sartie al vento" che è l'emblema araldico di Giovanni di Paolo Rucellai e sta ad indicare che la fortuna ha il vento in poppa. Lo stesso simbolo, è possibile notarlo sul palazzo e sulla loggia Rucellai, nonché sul tempietto del Santo Sepolcro in San Pancrazio.
La Loggia Rucellai è l'unica loggia già di una famiglia privata rimasta a Firenze, qui si celebrarono le nozze, fu realizzata per celebrare il matrimonio del 1460 fra Bernardo Rucellai e Nannina de' Medici, sorella maggiore di Lorenzo il Magnifico. Nel 1677 divenne lo studio del famoso scultore Giovan Battista Foggini. Oggi, chiusa da vetrate trasparenti, ospita un esercizio commerciale.
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I componenti della famiglia dei Rucellai erano membri sia dell’Arte della Lana che di quella della Seta in quanto commerciavano stoffe , ed erano i più importanti e ricchi commercianti di tessuti del Rinascimento. Ma la fortuna di questa nobile famiglia fiorentina nascerebbe da una particolare curiosità, infatti si narra che un suo antenato, il mercante Alemanno del Giunta, nel XII secolo fosse in viaggio nelle isole Baleari e scendendo da cavallo per un bisogno fisiologico si accorse che una particolare erba selvatica a contatto con l’urina produceva una colorazione rossa. Sebbene l’utilizzo della macerazione dell’urina per il trattamento e lavorazione dei tessuti fosse praticato già dai tempi dei romani (si ricordi il motto di Vespasiano: “pecunia non olet”), Alemanno scoprì però che questi licheni del genere Rocella e Pertusaria, in seguito ad un processo chimico a contatto con l’ammoniaca (presente nell’urina) producevano un particolare ed unico colorante rosso violaceo (detto oricello) che da quel momento fu molto usato e ricercato per la colorazione dei panni di lana fiorentini. Alemanno iniziò ad importare a Firenze grandi quantità di quei licheni che presero anch’essi il nome di “oricella”. A Firenze iniziò anche una loro coltivazione appena fuori le mura, nascono così gli “Orti Oricellari”, nome che ancora oggi è rimasto nella topografia di Firenze (zona Porta a Prato). La famiglia del Giunta divenne così sempre più ricca grazie a questi miracolosi licheni ed il suo nome di trasformò prima in Oricellari e poi, ingentilito in Rucellai. Le ingenti disponibilità finanziarie della famiglia contribuirono ad arricchire il patrimonio artistico di Firenze. Nel XII secolo i Rucellai fecero costruire la loro cappella nel transetto di Santa Maria Novella, nella quale fu collocata Maestà del senese Duccio di Buoninsegna, che prese il nome di Madonna Rucellai e che oggi si trova agli Uffizi. Nel Quattrocento, la famiglia Rucellai, con il mecenate Giovanni Rucellai incaricò l’architetto Leon Battista Alberti di progettare alcuni dei più importanti capolavori a Firenze: il Palazzo Rucellai (via della Vigna Nuova), il Tempietto in San Pancrazio, la Loggia Rucellai (tra via della Vigna Nuova e piazza Rucellai) e, soprattutto, la facciata marmorea di Santa Maria Novella.
In seguito Bernardo Rucellai fu l’ideatore delle riunioni dell’Accademia platonica nei giardini di proprietà della famiglia (gli Orti Oricellari) che videro la partecipazione anche di Niccolò Machiavelli.
Alcune curiosità: sull'architrave superiore della facciata di Santa Maria Novella vi è un'iscrizione che ricorda Giovanni Rucellai il benefattore che finanziò il rivestimento della facciata (quasi uno sponsor!) e un simbolico anno di completamento, il 1470: IOHA(N) NES ORICELLARIUS PAV(LI) F(ILIUS) AN(NO) SAL(VTIS) MCCCCLXX (Giovanni Rucellai, figlio di Paolo, anno 1470). Sempre lungo la facciata si ripete il fregio con le "vele con le sartie al vento" che è l'emblema araldico di Giovanni di Paolo Rucellai e sta ad indicare che la fortuna ha il vento in poppa. Lo stesso simbolo, è possibile notarlo sul palazzo e sulla loggia Rucellai, nonché sul tempietto del Santo Sepolcro in San Pancrazio.
La Loggia Rucellai è l'unica loggia già di una famiglia privata rimasta a Firenze, qui si celebrarono le nozze, fu realizzata per celebrare il matrimonio del 1460 fra Bernardo Rucellai e Nannina de' Medici, sorella maggiore di Lorenzo il Magnifico. Nel 1677 divenne lo studio del famoso scultore Giovan Battista Foggini. Oggi, chiusa da vetrate trasparenti, ospita un esercizio commerciale.
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Basilica di Santa Maria Novella - la "vela" di Giovanni Rucellai |
Via della Vigna Nuova - Palazzo Rucellai |
Piazza dei Rucellai - La Loggia Rucellai |
Piazza dei Rucellai - La Loggia Rucellai: la "vela" di Giovanni Rucellai |
Wow,io dovevo fare l'approfondimento sul filmato per la scuola.Qua ho trovato tutto ciò che cercavo
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