Il battello progettato da Brunelleschi
(Fonte: Dizionario dell’Arno) Testo di Roberto Di Ferdinando
Con la parola “badalone” si indica il leggio girevole, grosso ed alto, che solitamente si trova al centro dei cori delle chiese e su cui è disposta la partitura dei canti gregoriani. Tale nome trae origine da “badiale” cioè un oggetto molto grande ed anche ingombrante. E proprio badalone fu chiamato, per le sue dimensioni, un battello progettato da Filippo Brunelleschi che ne pagò anche le spese per la sua realizzazione. Questo progetto nacque dall’esigenza di trasportare i marmi di Carrara lungo l’Arno da Pisa a Firenze per la costruzione del Duomo. Fino allora il trasporto dei marmi sui tradizionali battelli era stata troppo oneroso e richiedeva molto tempo tra imbarco e sbarco, oltre all’alto rischio che i materiali durante lo sbarco si potessero rovinare. Così Brunelleschi decise di progettare un battello capace di trasportare fino a tre tonnellate di materiali e la curiosa particolarità di tale imbarcazione era il fatto che questa era dotata anche di ruote a pale che le permettevano, una volta giunta a destinazione, di essere trainata a secco e giungere direttamente sul luogo del cantiere senza che il materiale che trasportava dovesse prima essere sbarcato. Brunelleschi pagò di tasca sua il progetto e la realizzazione di questo battello. Il costo fu di mille fiorini d’oro, una spesa enorme per quel periodo. Nel 1421 il battello fu varato ed il suo battesimo in acqua non fu fortunato, infatti, al primo viaggio naufragò presso Empoli per colpa di una piena e facendo perdere così 1.000 libbre fiorentine di merce. Il badalone e il materiale non andarono completamente persi, infatti, lo stesso Brunelleschi finanziò le operazioni di recupero. Il badalone nonostante il tragico debutto, ritornò operativo. Si pensa che lo stesso Leonardo da Vinci abbia analizzato il progetto del badalone di Brunelleschi riprendendolo in alcuni suoi studi e disegni.
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Con la parola “badalone” si indica il leggio girevole, grosso ed alto, che solitamente si trova al centro dei cori delle chiese e su cui è disposta la partitura dei canti gregoriani. Tale nome trae origine da “badiale” cioè un oggetto molto grande ed anche ingombrante. E proprio badalone fu chiamato, per le sue dimensioni, un battello progettato da Filippo Brunelleschi che ne pagò anche le spese per la sua realizzazione. Questo progetto nacque dall’esigenza di trasportare i marmi di Carrara lungo l’Arno da Pisa a Firenze per la costruzione del Duomo. Fino allora il trasporto dei marmi sui tradizionali battelli era stata troppo oneroso e richiedeva molto tempo tra imbarco e sbarco, oltre all’alto rischio che i materiali durante lo sbarco si potessero rovinare. Così Brunelleschi decise di progettare un battello capace di trasportare fino a tre tonnellate di materiali e la curiosa particolarità di tale imbarcazione era il fatto che questa era dotata anche di ruote a pale che le permettevano, una volta giunta a destinazione, di essere trainata a secco e giungere direttamente sul luogo del cantiere senza che il materiale che trasportava dovesse prima essere sbarcato. Brunelleschi pagò di tasca sua il progetto e la realizzazione di questo battello. Il costo fu di mille fiorini d’oro, una spesa enorme per quel periodo. Nel 1421 il battello fu varato ed il suo battesimo in acqua non fu fortunato, infatti, al primo viaggio naufragò presso Empoli per colpa di una piena e facendo perdere così 1.000 libbre fiorentine di merce. Il badalone e il materiale non andarono completamente persi, infatti, lo stesso Brunelleschi finanziò le operazioni di recupero. Il badalone nonostante il tragico debutto, ritornò operativo. Si pensa che lo stesso Leonardo da Vinci abbia analizzato il progetto del badalone di Brunelleschi riprendendolo in alcuni suoi studi e disegni.
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