Modi di dire: “Tù c’hai ì ruzzo!”
Testo di Roberto Di Ferdinando
Si dice specialmente ai bambini: “ma ì cche tù c’hai ì ruzzo?”, quando non si fermano (o frenano) nel loro entusiastico dinamismo di bimbi e nella gioia di giocare. Chi lo usa rivolto verso un’altra persona, specialmente se quest’ultima è adulta, lo impiega per indicare un certo fastidio o molestia provocati dall’atteggiamento dell’altro. Indica anche un particolare desiderio, ma anche puntiglio o ripicca per qualcosa.
L’origine è dal verbo ruzzare (dal latino: lusus us), cioè voglia di scherzare, ma anche confronto accesso (dagli scherzi si può passare ai litigi…). Ruzzo è anche il pesante cilindro in legno che nel passato era utilizzato per spianare le strade e rompere le zolle.
RDF
Si dice specialmente ai bambini: “ma ì cche tù c’hai ì ruzzo?”, quando non si fermano (o frenano) nel loro entusiastico dinamismo di bimbi e nella gioia di giocare. Chi lo usa rivolto verso un’altra persona, specialmente se quest’ultima è adulta, lo impiega per indicare un certo fastidio o molestia provocati dall’atteggiamento dell’altro. Indica anche un particolare desiderio, ma anche puntiglio o ripicca per qualcosa.
L’origine è dal verbo ruzzare (dal latino: lusus us), cioè voglia di scherzare, ma anche confronto accesso (dagli scherzi si può passare ai litigi…). Ruzzo è anche il pesante cilindro in legno che nel passato era utilizzato per spianare le strade e rompere le zolle.
RDF
Commenti
Posta un commento