La Cassata Fiorentina

(fonte: http://dolcemporiofirenze.blogspot.it/)
Testo di Roberto Di Ferdinando

Oggi mi piace ricordare qui un dolce fiorentino che fino a pochi anni fa era immancabile sulle tavole dei fiorentini a Natale: la cassata Fiorentina o Fiorenza. Non ha niente a che fare con il famoso dolce siciliano, la nostra “Fiorenza”, infatti, è una torta con cialda, nocciole tostate e cioccolato fondente.

Non esiste una ricetta della cassata, ma molte varianti, eccone una:
“Per 4 persone: 4 fogli di cialda wafer di forma rettangolare (cm 15x8), cioccolata gianduia g 400, cioccolata fondente g
200, latte mi 30.
In una ciotola posta a bagnomaria su una pentola di acqua bollente, far fondere la cioccolata gianduia. Spalmare poi
questa crema con una spatola su ogni foglio di cialda e, dopo averli sovrapposti, metterli in frigorifero per 20 minuti
circa. Nel frattempo tritare la cioccolata fondente e farla sciogliere in un tegamino a bagnomaria, aggiungendo il latte.
Ricoprire quindi la cassata con il cioccolato fuso, aiutandosi magari con un pennello per far aderire bene la crema sui
bordi. Mettere di nuovo in frigorifero per 10 minuti, e servire poi il dolce decorandolo con fiocchi di panna.”
(tratta da: http://www.ricettedicucina.info)
La cassata Fiorentina o Fiorenza è il dolce fiorentino di Natale per eccellenza.
RDF
(immagine tratta da:http://dolcemporiofirenze.blogspot.it)

Commenti

  1. mi dispiace ma da purista della cassata fiorenza devo dissentire :) questa ricetta sembra golosissima ma è molto diversa dalla vera cassata fiorentina. molto interessante il vostro blog comunque!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Gaia. Grazie per la segnalazione. Ti va di indicarmi la tua ricetta che la pubblico sul blog?
      Grazie ancora e serena serata
      RDF

      Elimina
    2. ha ragione Gaia, e' un po' diversa, ti dico come alla Fiorenza cioccolato di Firenze la facevamo (ci ho lavorato per 10 anni e di cassate ne ho fatte tante!!)
      tostavamo le nocciole che poi venivano macinate a pietra con zucchero a velo ed essenza di mandorle amare (era come un liquore molto forte all'amaretto), la macina riduceva tutto in una crema, quello era l'impasto che spalmavamo sulle cialde rotonde, le cialde sono 3, cialda, impasto, cialda impasto e cialda, lo spessore dell'impasto era circa mezzo cm, mi pare che fosse 200 gr per le cassate grandi e 150 per le piccole. Veniva versata la cioccolata FONDENTE negli stampi e poi adagiate dentro le cialde con l'impasto e di nuovo cioccolata a coprire tutto e poi nel tunnel frigo per qualche minuto dopodiche' le incartavamo, tutto a mano! questa e' la ricetta originale, mi rendo conto che farla uguale non e' semplice perche' l'essenza di mandorle amare va cercata e non so' quanta se ne possa mettere in una dose cosi' piccola, noi ne mettevamo un bicchierino da grappa nell'impasto ma ne facevamo tante (centinaia) percio' per una cassata sola ci vorranno poche gocce ( oltretutto credo sia anche velenosa la mandorla amara) magari un goccio di amaretto di saronno, non so', non amo il sapore dell'amaretto e la cassata non mi e' mai piaciuta proprio per quell'essenza di mandorla amara, comunque non e' certo uguale alla gianduia che invece a me piace. spero di esserti stata utile e mi ha fatto piacere rivivere quei momenti, lavorare in una fabbrica di cioccolato era un bel lavoro, lo rifarei volentieri :-)
      un sorriso e buona cassata da Barbara C. ex cioccolataia

      Elimina
    3. ho visto la ricetta a cui fai riferimento, credo che si debba fare una distinzione tra cassata fiorentina e cassata fiorenza, quella della ricetta che date qui non puo' essere chiamata cassata fiorenza ( e' un brevetto) ma come cassata fiorentina va bene, non l'avevo mai sentita ma va bene
      Barbara C.

      Elimina
    4. Ciao Barbara C., sono la figlia di Franco Galli titolare principale della fabbrica La Fiorenza (c’era anche il fratello dell’altro socio Sarti un pasticcere con cui mio papà fondó la fabbrica) sinceramente non ricordavo ci fossero 3 cialde di wafer me ne ricordavo 2 ma io non ci ho lavorato…le mangiavo e le ammiravo e basta ☺️ In ogni caso hai ragione a dire che era un brevetto e la ricetta originale alla fine la conoscete solo voi che ci avete lavorato.
      Un abbraccio
      P.S. Papà ci ha lasciato lo scorso febbraio…sarebbe stato molto contento di sapere che in tanti si ricordano di questo dolce e quindi anche un po’ di lui…grazie ❤️

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari