Il Teatro della Piazza Vecchia
Articolo Pubblicato su Firenze Informa nel 2011
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Se da Piazza dell’Unità ci dirigiamo verso Via del Melarancio, sulla facciata del primo palazzo che incontriamo sulla nostra destra, possiamo scorgere un curioso stemma, raffigurante un fanciullo che manovra una trappola mentre un topo vi sta entrando, il tutto circondato da una scritta: “Chi non rosica – Arrischiati”. Questo era il simbolo e parte del motto (la dicitura completa del motto era: “Chi non risica non rosica”) dell’Accademia Drammatica detta, appunto, degli Arrischiati, che nel Settecento aveva scelto questo luogo quale sede per le proprie rappresentazioni teatrali. Infatti, questo palazzo, prima di essere destinato, sul finire dell’Ottocento, a civili abitazioni ed essere poi inglobato nel vicino grande albergo, aveva ospitato tra le proprie mura, per oltre un secolo, un piccolo teatro, il Teatro della Piazza Vecchia, così chiamato perché prendeva il nome della piazza, Piazza Vecchia di Santa Maria Novella, oggi Piazza dell’Unità, su cui si affacciava. Il teatro, costruito completamente in legno, fu fondato nel 1759 dall’Accademia, e, seppur di dimensioni modeste (la platea si estendeva per 13 metri di lunghezza e 18 metri circa di larghezza), disponeva di tre ordini di palchi e poteva ospitare fino ad 800 persone. Nel 1766 il Teatro della Piazza Vecchia fu decorato delle insegne reali e così posto sotto la protezione del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, difatti a quel tempo era usanza che i teatri operassero sotto la protezione, economica ed artistica, di un nobile. Da ricordare che nel 1793 sotto la diretta guida di Vittorio Alfieri, in questo teatro si recitò il Saul e il Bruto minore.
Nel 1808 l’edificio fu restaurato a proprie spese dall’illustre geografo toscano Giovanni De Baillou che, appassionato di recitazione, aveva fondato una compagnia di giovani attori dilettanti, servendosi così del teatro per le sue rappresentazioni. Teatro che fu nuovamente ristrutturato nel 1813-14 dal famoso architetto fiorentino Luigi Cambray Digny (1778 – 1843). Da quegli anni in poi divenne la sede per le rappresentazioni di commedie popolari, in particolare quelle di Stenterello, messe in scena da Amato Ricci, uno dei più diretti prosecutori di Luigi Del Buono, il primo Stenterello. Il teatro rimase attivo fino all’Unità d’Italia, Unità Italiana a cui fu intitolata la piazza nel 1882 dal Comune di Firenze. Per l’occasione fu eretto al centro della piazza un obelisco, opera di Giovanni Pini, in memoria dei caduti delle tre guerre risorgimentali d'indipendenza, che da alcuni anni è divenuto il luogo in cui si celebrano solennemente le feste nazionali.
RDF
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Se da Piazza dell’Unità ci dirigiamo verso Via del Melarancio, sulla facciata del primo palazzo che incontriamo sulla nostra destra, possiamo scorgere un curioso stemma, raffigurante un fanciullo che manovra una trappola mentre un topo vi sta entrando, il tutto circondato da una scritta: “Chi non rosica – Arrischiati”. Questo era il simbolo e parte del motto (la dicitura completa del motto era: “Chi non risica non rosica”) dell’Accademia Drammatica detta, appunto, degli Arrischiati, che nel Settecento aveva scelto questo luogo quale sede per le proprie rappresentazioni teatrali. Infatti, questo palazzo, prima di essere destinato, sul finire dell’Ottocento, a civili abitazioni ed essere poi inglobato nel vicino grande albergo, aveva ospitato tra le proprie mura, per oltre un secolo, un piccolo teatro, il Teatro della Piazza Vecchia, così chiamato perché prendeva il nome della piazza, Piazza Vecchia di Santa Maria Novella, oggi Piazza dell’Unità, su cui si affacciava. Il teatro, costruito completamente in legno, fu fondato nel 1759 dall’Accademia, e, seppur di dimensioni modeste (la platea si estendeva per 13 metri di lunghezza e 18 metri circa di larghezza), disponeva di tre ordini di palchi e poteva ospitare fino ad 800 persone. Nel 1766 il Teatro della Piazza Vecchia fu decorato delle insegne reali e così posto sotto la protezione del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, difatti a quel tempo era usanza che i teatri operassero sotto la protezione, economica ed artistica, di un nobile. Da ricordare che nel 1793 sotto la diretta guida di Vittorio Alfieri, in questo teatro si recitò il Saul e il Bruto minore.
Nel 1808 l’edificio fu restaurato a proprie spese dall’illustre geografo toscano Giovanni De Baillou che, appassionato di recitazione, aveva fondato una compagnia di giovani attori dilettanti, servendosi così del teatro per le sue rappresentazioni. Teatro che fu nuovamente ristrutturato nel 1813-14 dal famoso architetto fiorentino Luigi Cambray Digny (1778 – 1843). Da quegli anni in poi divenne la sede per le rappresentazioni di commedie popolari, in particolare quelle di Stenterello, messe in scena da Amato Ricci, uno dei più diretti prosecutori di Luigi Del Buono, il primo Stenterello. Il teatro rimase attivo fino all’Unità d’Italia, Unità Italiana a cui fu intitolata la piazza nel 1882 dal Comune di Firenze. Per l’occasione fu eretto al centro della piazza un obelisco, opera di Giovanni Pini, in memoria dei caduti delle tre guerre risorgimentali d'indipendenza, che da alcuni anni è divenuto il luogo in cui si celebrano solennemente le feste nazionali.
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Piazza dell'Unità d'Italia, il palazzo dove sorgeva il Teatro della Piazza Vecchia (nel cerchio rosso lo stemma degli Arrischiati) |
Piazza dell'Unità d'Italia - lo stemma degli Arrischiati |
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