Gli arieti di Ponte Santa Trinita
Articolo Pubblicato su Firenze Informa novembre 2011
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Ponte Santa Trinita è un capolavoro di eleganza e tecnica architettonica. Cosimo I incarico Bartolomeo Ammannati di realizzarlo, forse fu consigliato nella progettazione da Michelangelo, e fu inaugurato nel 1571. La sua linea, detta ad arco di catenaria (ricorda infatti una catena sospesa), lo rende unico e come ogni capolavoro che si rispetti, il tutto è stato realizzato senza lasciare niente al caso. Si osservino i due stemmi che sono posti sulle arcate centrali del ponte, sono due enormi teste d’ariete, una guarda a monte e l’altra a valle del fiume. E sono qui collocati per un preciso significato, l’ariete infatti è un simbolo guerriero e qui è posto a guardia di eventuali minacce: quello rivolto verso il Ponte Vecchio guarda oltre, verso il Casentino, da dove sempre sono venute le minacce di alluvioni dell’Arno (i ponti precedenti a quello di Santa Trinita furono distrutti dalle alluvioni del 1333 e del 1557), invece l’altro è rivolto verso Ponte alla Carraia, guarda anch’esso più lontano, verso le minacce dal mare, in particolare verso Pisa, la nemica storica.
Il ponte, come gli altri ponti cittadini, escluso solo il Ponte Vecchio, fu minato e distrutto dai tedeschi in ritirata il 4 agosto 1944. Nel dopoguerra fu pazientemente ricostruito, utilizzando le originarie pietre che si erano inabissate nelle acque dell’Arno. Il 16 maggio 1958, il ponte fu inaugurato e riaperto, e anche i due arieti furono ricollocati al loro originario posto. Così come le quattro statue seicentesche, rappresentanti le stagioni, solo la “Primavera” rimase acefala fino a quando nel 1961 un renaiolo ne ripescò la testa in Arno.
RDF
A completamento di quanto scritto sopra, ricordo che:
L’Ariete inoltre ha una forte ed antica simbologia; infatti la parola greca “Zodiaco”, si tradurrebbe come “la vita divina che si veste di vello (di pelle-pelliccia)”, quindi si fa carne si manifesta, ed il primo segno dello Zodiaco è, per l’appunto, l’Ariete (che difatti è ricoperto dal vello). Il vello d’oro degli argonauti garantiva la trasformazione del piombo in oro, da un punto di vista alchemico significava: dalla non conoscenza (piombo), alla conoscenza (oro), quindi entrare in possesso degli strumenti per conoscere, illuminarsi, essere iniziato .
Non a caso il segno dell’Ariete (inizia il 21 marzo) principia con l’equinozio di Primavera (21 marzo), e da quel giorno in poi il le ore di luce (sole) aumentano. Da un punto di vista simbolico-alchemico l’Ariete coincide quindi con il risorgere dal letargo, lo svegliarsi, il conoscere. Nell’antichità remota spesso al posto dell’Ariete si usava l’Agnello (animale che ha anch’esso il vello), e la radice latina di agnello (anis), si ritrova in ignis (fuoco) ed in gnosi (conoscenza): ecco ritornare, vello-luce-sole-conoscenza.
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Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Ponte Santa Trinita è un capolavoro di eleganza e tecnica architettonica. Cosimo I incarico Bartolomeo Ammannati di realizzarlo, forse fu consigliato nella progettazione da Michelangelo, e fu inaugurato nel 1571. La sua linea, detta ad arco di catenaria (ricorda infatti una catena sospesa), lo rende unico e come ogni capolavoro che si rispetti, il tutto è stato realizzato senza lasciare niente al caso. Si osservino i due stemmi che sono posti sulle arcate centrali del ponte, sono due enormi teste d’ariete, una guarda a monte e l’altra a valle del fiume. E sono qui collocati per un preciso significato, l’ariete infatti è un simbolo guerriero e qui è posto a guardia di eventuali minacce: quello rivolto verso il Ponte Vecchio guarda oltre, verso il Casentino, da dove sempre sono venute le minacce di alluvioni dell’Arno (i ponti precedenti a quello di Santa Trinita furono distrutti dalle alluvioni del 1333 e del 1557), invece l’altro è rivolto verso Ponte alla Carraia, guarda anch’esso più lontano, verso le minacce dal mare, in particolare verso Pisa, la nemica storica.
Ponte santa Trinita, l'ariete che guarda verso Ponte Vecchio |
Ponte Santa Trinita, l'ariete che guarda verso il Ponte alla Carraia |
Il ponte, come gli altri ponti cittadini, escluso solo il Ponte Vecchio, fu minato e distrutto dai tedeschi in ritirata il 4 agosto 1944. Nel dopoguerra fu pazientemente ricostruito, utilizzando le originarie pietre che si erano inabissate nelle acque dell’Arno. Il 16 maggio 1958, il ponte fu inaugurato e riaperto, e anche i due arieti furono ricollocati al loro originario posto. Così come le quattro statue seicentesche, rappresentanti le stagioni, solo la “Primavera” rimase acefala fino a quando nel 1961 un renaiolo ne ripescò la testa in Arno.
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Ponte Santa Trinita, due dele quattro statue (stagioni) |
A completamento di quanto scritto sopra, ricordo che:
L’Ariete inoltre ha una forte ed antica simbologia; infatti la parola greca “Zodiaco”, si tradurrebbe come “la vita divina che si veste di vello (di pelle-pelliccia)”, quindi si fa carne si manifesta, ed il primo segno dello Zodiaco è, per l’appunto, l’Ariete (che difatti è ricoperto dal vello). Il vello d’oro degli argonauti garantiva la trasformazione del piombo in oro, da un punto di vista alchemico significava: dalla non conoscenza (piombo), alla conoscenza (oro), quindi entrare in possesso degli strumenti per conoscere, illuminarsi, essere iniziato .
Non a caso il segno dell’Ariete (inizia il 21 marzo) principia con l’equinozio di Primavera (21 marzo), e da quel giorno in poi il le ore di luce (sole) aumentano. Da un punto di vista simbolico-alchemico l’Ariete coincide quindi con il risorgere dal letargo, lo svegliarsi, il conoscere. Nell’antichità remota spesso al posto dell’Ariete si usava l’Agnello (animale che ha anch’esso il vello), e la radice latina di agnello (anis), si ritrova in ignis (fuoco) ed in gnosi (conoscenza): ecco ritornare, vello-luce-sole-conoscenza.
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Ponte Santa Trinita è davvero un ponte magnifico,sia per la sua forma che per i suoi decori
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