Modi di dire: “rificolona”

La Rificolona (o Rifricolona) è la festa che nasce dalla tradizione di celebrare la Natività della
Vergine, la cui immagine sacra è venerata nella Basilica della SS. Annunziata. Fino a qualche decina di anni fa, da tradizione secolare, la sera del 7 di settembre la piazza antistante la chiesa era raggiunta dalle popolazioni contadine delle campagne fiorentine, delle montagne pistoiesi e del Casentino. Le contadine qui giunte indossavano variopinti, curiosi e fantasiosi vestiti per celebrare tale festività. Il loro lungo cammino si concludeva spesso all’alba dell’8 settembre e durante questo loro percorso notturno illuminavano la strada con delle lanterne di carta, anch’esse colorate, alimentate con candele e sorrette da una piccola canna. Da qui nasce la tradizione delle curiose luminarie colorate e multiformi per la Rificolona tanto care ai bambini.
Per i contadini l’occasione della festa era sfruttata anche come momento per vendere le proprie merci.
Nella lingua fiorentina, il termine “rificolona” è usato, in maniera spesso dispregiativa, per indicare una persona che è vestita con un accozzaglia di stili e di colori, in maniera quindi molto ridicola. L’origine nasce proprio dall’osservare i vestiti colorati delle contadine e il loro camminare, spesso barcollante per le merci che conducevano a spalla. Queste contadine, che giungevano in città per questa famosa fiera erano chiamate, appunto, “fierucolone” (da fiera+colone=campagna). Meno probabile, seppur riportato da alcune fonti, che l’etimologia della parola provenga da fiera+culone, per indicare i floridi posteriori delle contadine. Roberto Di Ferdinando

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