Il francobollo nel Granducato di Toscana

(fonte: Storia&Storie di Toscana)
L’introduzione del francobollo nei servizi postali avvenne per la prima volta in Gran Bretagna, nel 1840. Fino ad allora la spedizione della corrispondenza, nelle sue varie forme, avveniva pagando direttamente l’impiegato delle poste allo sportello, oppure facendo pagare il servizio a chi la riceveva, sempre che lo volesse, altrimenti ritornava al mittente che era costretto a rimborsare il servizio.
Quindi, il francobollo fu un importante e anche rivoluzionaria novità. In Toscana il primo francobollo fu messo in circolazione il 1° aprile 1851. Raffigurava il Marzocco (tanto che i francobolli iniziarono ad essere chiamati “i marzocchi”), con in testa la corona granducale, il bozzetto fu realizzato dall’incisore Giuseppe Niderost. L’immagine era uguale per tutti i tagli dei francobolli, cambiava solo il colore a secondo del suo valore, ad esempio il colore ocra indicava il francobollo per un soldo, il taglio più diffuso. Erano disponibili francobolli anche da due soldi, da un quattrino, da due, quattro, sei, nove e sessanta crazie. Il 27 aprile 1859, quando il granduca Leopoldo fuggì da Firenze, si insediò un Governo Provvisorio, che traghettò l’ormai ex-Granducato, all’Unità d’Italia. Quindi, nel 1860 furono stampati nuovi francobolli “toscani”, questa volta raffiguranti lo stemma sabaudo, sormontato dalla corona reale. Il loro valore era in lire: 1, 5, 10, 20, 40 e 80 centesimi e di 3 lire. Tali francobolli rimasero in circolazione fino al 1863. Testo di Roberto Di Ferdinando

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