Via dei Servi
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Articolo Pubblicato sulla rivista Firenze Informa del 2005
Via dei Servi è una delle principali strade di accesso al centro storico di Firenze, e, per la sua vicinanza al Duomo, uno degli scorci più pittoreschi della città del Giglio.
Il suo nome deriva dai Servi di Maria, un ordine religioso fondato nel 1234 da alcuni nobili fiorentini, sul cui oratorio sarebbe in seguito sorta la chiesa di SS. Annunziata. Nel Duecento l’attuale zona di SS. Annunziata si trovava in una ampia area incolta, che si estendeva fino alle pendici della collina di Fiesole, ed al di fuori delle mura cittadine. Infatti la più vicina porta di accesso alla città, Porta Balla, era all’angolo tra l’attuale via Bufalini e Piazza di S. Michele Visdomini, piazza che interrompe, verso il Duomo, la continuità di via dei Servi.
Solo nel XIII° secolo fu realizzata una strada carrabile, di accesso all’oratorio, che prese il nome dell’ordine religioso. Con il completamento del Duomo, la via fu ampliata e prolungata fino a Piazza Duomo; mentre per la realizzazione della Cupola del Brunelleschi, fu occupata da una lunga ed alta rampa per innalzare i materiali.
Ma la strada conserva ulteriori curiosità, in particolare, per la sua vicinanza al centro della città, fu scelta nei secoli passati da numerosi artisti quale luogo per vivere o lavorare. All’angolo di via Bufalini, presso il Palazzo Pasqui, ebbero infatti le loro botteghe Benedetto da Maiano e Jacopo da Empoli, mentre dal 1425 Tommaso Guidi, conosciuto come Masaccio, visse in questa strada, allora facente parte del popolo di San Michele Visdomini. Oggi una targa, posta al numero civico 17, oggi sede della Corte dei Conti, ricorda l’illustre artista.
Una altra lapide, invece, innalzata sulla facciata della chiesa di San Michele Visdomini, nell’omonima piazza, ricorda il pittore Filippino Lippi, un altro importante ospite della zona. Lippi visse e lavorò a lungo in via dei Servi, tanto che la morte lo colse il 20 aprile 1504 mentre, nel suo laboratorio di via dei Servi, stava dipingendo una grande Deposizione per la vicina chiesa dell’Annunziata. La Messa funebre di Filippino Lippi fu celebrata nella chiesa di San Michele, ed al passaggio della sua salma per le vicine strade le botteghe furono chiuse in rispetto dello stimatissimo artista. “Morto e’ il disegno or che Filippo parte/da noi. Stracciati il crin, flora, piangi Arno,/non lavorar, pittura: tu fai indarno,/che il stil hai perso, e l’envenzione e l’arte”, è il testo della lapide che riprende l’epitaffio scritto dal Giorgio Vasari.
RDF
Articolo Pubblicato sulla rivista Firenze Informa del 2005
Via dei Servi è una delle principali strade di accesso al centro storico di Firenze, e, per la sua vicinanza al Duomo, uno degli scorci più pittoreschi della città del Giglio.
Il suo nome deriva dai Servi di Maria, un ordine religioso fondato nel 1234 da alcuni nobili fiorentini, sul cui oratorio sarebbe in seguito sorta la chiesa di SS. Annunziata. Nel Duecento l’attuale zona di SS. Annunziata si trovava in una ampia area incolta, che si estendeva fino alle pendici della collina di Fiesole, ed al di fuori delle mura cittadine. Infatti la più vicina porta di accesso alla città, Porta Balla, era all’angolo tra l’attuale via Bufalini e Piazza di S. Michele Visdomini, piazza che interrompe, verso il Duomo, la continuità di via dei Servi.
Solo nel XIII° secolo fu realizzata una strada carrabile, di accesso all’oratorio, che prese il nome dell’ordine religioso. Con il completamento del Duomo, la via fu ampliata e prolungata fino a Piazza Duomo; mentre per la realizzazione della Cupola del Brunelleschi, fu occupata da una lunga ed alta rampa per innalzare i materiali.
Ma la strada conserva ulteriori curiosità, in particolare, per la sua vicinanza al centro della città, fu scelta nei secoli passati da numerosi artisti quale luogo per vivere o lavorare. All’angolo di via Bufalini, presso il Palazzo Pasqui, ebbero infatti le loro botteghe Benedetto da Maiano e Jacopo da Empoli, mentre dal 1425 Tommaso Guidi, conosciuto come Masaccio, visse in questa strada, allora facente parte del popolo di San Michele Visdomini. Oggi una targa, posta al numero civico 17, oggi sede della Corte dei Conti, ricorda l’illustre artista.
La targa che ricorda lo studio-abitazione di Masaccio |
Una altra lapide, invece, innalzata sulla facciata della chiesa di San Michele Visdomini, nell’omonima piazza, ricorda il pittore Filippino Lippi, un altro importante ospite della zona. Lippi visse e lavorò a lungo in via dei Servi, tanto che la morte lo colse il 20 aprile 1504 mentre, nel suo laboratorio di via dei Servi, stava dipingendo una grande Deposizione per la vicina chiesa dell’Annunziata. La Messa funebre di Filippino Lippi fu celebrata nella chiesa di San Michele, ed al passaggio della sua salma per le vicine strade le botteghe furono chiuse in rispetto dello stimatissimo artista. “Morto e’ il disegno or che Filippo parte/da noi. Stracciati il crin, flora, piangi Arno,/non lavorar, pittura: tu fai indarno,/che il stil hai perso, e l’envenzione e l’arte”, è il testo della lapide che riprende l’epitaffio scritto dal Giorgio Vasari.
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la chiesa di San Michele Visdomini |
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