La Porta a Pinti

Testo di Roberto Di Ferdinando

Con la rivoluzione urbanistica di Giuseppe Poggi per Firenze Capitale, furono abbattute le mura cittadine per fare spazio agli attuali viali di circonvallazione. Con le mura furono buttate giù anche alcune antiche porte d’accesso alla città, tra queste la Porta a Pinti o Fiesolana , che sorgeva nell’attuale Piazza Donatello. Di quell’elegante e caratteristica porta non rimane più niente, se non la rappresentazione in un quadro del pittore vedutista fiorentino, Fabio Borbottoni (1820-1901).


Porta a Pinti, veduta di Fabio Borbottoni
immagine tratta da http://percorsi-risorgimentali.comune.lucca.it/

La porta aveva preso il suo nome, “Pinti”, dal borgo di case (Borgo Pinti) che, nella cerchia muraria precedente, era posto appena fuori della città. Ma sull’origine del nome Pinti non vi è nessuna certezza, alcuni ritengono che derivi da una nobile famiglia che qui, nell’antichità, aveva le sue proprietà, altri sostengono, invece, che “Pinti” derivi da “pentiti”, cioè, dal monastero delle Donne della Penitenza, dette le Repentite, che avevano sede, fin dai tempi di Dante, nell’edificio oggi, sempre in Borgo Pinti, occupato dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Ma più accreditata sembra essere la versione di altri storici che fanno derivare il nome da un altro convento e da un altro ordine religioso, i frati Ingesuati, che avevano sede appena fuori la porta. Questi frati erano abilissimi nella lavorazione e colorazione dei vetri, cioè dei “vetri pinti”, per le vetrate delle chiese fiorentine. La porta era chiamata anche Porta Fiesolana, infatti da qui permetteva l’uscita o l’ingresso in città per chi andava o proveniva da Fiesole. Tutt’oggi in zona esiste, per l’appunto, via Fiesolana, l’antica strada per e da Fiesole. (si consiglia la lettura anche del post: http://curiositadifirenze.blogspot.it/2011/05/articolo-pubblicato-su-firenze-informa.html)
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Porta a Pinti
(immagine tratta da: http://www.tedavi98.it/)

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