La simbologia di San Miniato al Monte

“[…] San Miniato al Monte: edificio non solo tappezzato di simboli, ma la cui intera architettura è strutturata su un cammino iconografico che inizia dalla Genesi e termina nell’Apocalisse. A cominciare dalla porta di sinistra della facciata, dove l’incisione Haec est porta coeli riporta la visione di Giacobbe cui, in sogno, apparve una scala che univa terra e cielo : nel mito (o nella verità di fede) fu in quel luogo che nacque la prima Bet-el, cioè la casa di Dio. […] E in quella porta […] fu in quel punto che si trovarono le reliquie del  martire che poi vennero traslate nella cappella che fu nucleo originario della chiesa dove oggi à la cripta. […] porta, sempre serrata tranne il Venerdì Santo e in alcune ricorrenze. […] Sopra la porta centrale c’è invece un vaso, emblema tra i più densi di significati nell’iconografia cristiana e, forse […] raffigurava nella ricerca del Graal il percorso di purificazione dell’uomo. […] l’icona del calice non è inconsueta, poiché rappresenta il battesimo. E, nella parte superiore della facciata, troviamo l’altro sacramento centrale della vita cristiana, cioè l’eucarestia, sotto forma di una figura che mangia pesce. Più in alto ancora l’aquila dell’arte di Calimala, nel 1401 posta in sommità dell’edificio ad indicare che finanziava la comunità monastica (La Confcommercio ha come simbolo l’aquila che deriva proprio da quella di Calimala) […]. Anche all’interno della basilica il rapace di Calimala è ovunque per esempio sull’edicola di Michelozzo. Solo in due casi è, invece presente un’altra aquila, quella dell’Evangelista Giovanni: sul pulpito, nel presbiterio, essa sovrasta l’uomo di Matteo e il leone di Marco, manca, però, il toro di Luca: […] le ipotesi sono varie. Il toro potrebbe essere stato presente come sostegno per ceri pasquali, ma poi perso. Ma è possibile anche che venisse inscenato da chi leggeva, che tradizionalmente indossava un copricapo (mitra bicorne) con due corni che simboleggiano l’Antico e il Nuovo Testamento [….]. L’altra aquila quella di Giovanni affianca il Cristo Pantocratore  nel mosaico absidale: l’abside, rotondo, è il cielo [… ] e Cristo al suo centro sovrasta la terra, cioè il quadrato del coro. Nel mosaico sono anche animali come il pellicano (emblema di Gesù), il pavone (l’eternità), la fenice (la rinascita) e, accanto al figlio di Dio, sono l’alfa e l’omega, che rammentano come esso sia cardine del tempo e dello spazio. […]  All’esterno sono evidenti anche i diavoli: figure […] confinate dall’adiacente pesce di Cristo, e che verranno infine messe in fuga proprio dalla discesa della città Santa descritta nell’Apocalisse. San Miniato, lo stesso tempo remota ma visibile a tutta Firenze, è per essa la Gerusalemme celeste. […].”
(Tratto da: Riccardo Mostardini,  Corriere Fiorentino 25 luglio 2014

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