Il cacio ingrediente della cucina fiorentina
Testo di Roberto Di Ferdinando
Nella cucina fiorentina e in generale in quella toscana, quale ingrediente non manca mai il formaggio, in Toscana chiamato “cacio”. E proprio l’origine di questo nome sta ad indicare quanta antica sia la presenza del formaggio nella tradizione culinaria della nostra città e della nostra regione. Infatti la parola cacio deriva dal latino caseus (formaggio), che a sua volta deriverebbe da cohaesus, participio passato di cohaero, cioè essere unito, essere insieme (latte coagulato). Successivamente la parola cacio fu sostituita quasi in tutta Italia dal termine formaticum, che deriva, invece, dal greco formos, cioè il canestro di vimini utilizzato in passato durante la produzione del formaggio. A Firenze si usa ancora spesso il termine “cacio”.
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Nella cucina fiorentina e in generale in quella toscana, quale ingrediente non manca mai il formaggio, in Toscana chiamato “cacio”. E proprio l’origine di questo nome sta ad indicare quanta antica sia la presenza del formaggio nella tradizione culinaria della nostra città e della nostra regione. Infatti la parola cacio deriva dal latino caseus (formaggio), che a sua volta deriverebbe da cohaesus, participio passato di cohaero, cioè essere unito, essere insieme (latte coagulato). Successivamente la parola cacio fu sostituita quasi in tutta Italia dal termine formaticum, che deriva, invece, dal greco formos, cioè il canestro di vimini utilizzato in passato durante la produzione del formaggio. A Firenze si usa ancora spesso il termine “cacio”.
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