L'Affrico e il Mensola

L'Affrico si immette nell'Arno
“[…] Affrico e Mensola si sfiorano inquieti ma non si uniscono mai, se non nelle acque più profonde dell’Arno, dove confluiscono a poca distanza l’uno dall’altra […]. Affrico era un giovane pastore che viveva con le sue pecore nelle colline di Fiesole. In quei boschi vivevano anche le ninfe consacrate a Diana e Affrico si innamorò di Mensola, che aveva gli occhi brillanti come il sole nell’acqua di un ruscello. […] Affrico sfidò le regole e riuscì ad incontrare Mensola e fu un amore corrisposto. Ma breve, perché Mensola, consapevole di aver infranto la regola ferrea che impone alle ninfe la castità, fuggì cercando di nascondersi e Diana, la dea, questa invece attese freddamente che Mensola desse alla luce il bambino, figlio di Affrico, per poi trasformarla nelle acque del torrente che da quel giorno porterà il suo nome. Anche Affrico non sfuggì alla sua sorte perché, sconvolta dal dolore, si uccise dando origine con il suo sangue al torrente Affrico. Il bambino, chiamato Pruneo, diventerà un reggitore della città di Fiesole, madre di Firenze. Così narra il Boccaccio nel Ninfale fiesolano. Questi posti erano ben conosciuti dal Boccaccio perché vi aveva abitato nel borgo di Corbignano, che ancora oggi conserva le caratteristiche del borghetto medievale, vicino a Ponte a Mensola, sulla strada di Settignano. […] L’Affrico nasce poco sopra San Domenico di Fiesole, scende nella piccola valle fra Camerata e Maiano fino al largo del Salviatino, dove si interra per la maggior parte del suo corso, fino a sfociare in Arno. A seguito dei lavori di interramento (o tombamento) la memoria urbanistica del torrente è mantenuta dalla lunga aiuola spartitraffico che divide il viale De Amicis da via lungo l’Africo e, dopo Piazza Alberti, via Piagentina da via del Campofiore; questo toponimo, insieme a quello della località, che è Bellariva, ricorda l’amenità dei campi coltivati nella zona fuori le mura fra l’Arno e l’Affrico. […] La colonna del buon ricordo e della cattiva coscienza che fu eretta dove ll’Affrico rivede la luce, allo sbocco in Arno, con la scritta, oggi quasi leggibile: “il torrente a fico cantato da Giovanni Boccaccio dalla sorgiva Fiesole qui si getta nell’Arno“. […] Diversa è la situazione territoriale del torrente Mensola, la cui area geografica compresa nel comune di Firenze e di Fiesole, è inclusa nell’Area Naturale Protetta di interesse Locale di circa 300 ettari istituita dalla Regione Toscana. […] il corso del torrente Mensola […] dopo essere nato nel Comune di Fiesole, ai piedi del Monte Ceceri fra Maiano e Vincigliata, dall’unione di due fossi più rupestri, il Bucine e il Valonica, entra nel territorio di Firenze dove, fra Corbignano e Ponte a Mensola […] . Quindi il Mensola attraversa la piana del Gignoro e del Guarlone e viene intubato nel tratto finale per sottopassare la ferrovia e la zona di via Aretina a Varlungo prima di buttarsi in Arno. […]”
(Enrico Bougleux, in Il Nuovo Corriere del 25 febbraio 2013)

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