[…] palazzo Pitti. […] accesso di Bacco del giardino di Boboli. Scendiamo giù da una scalinata fino a sbucare in un ambiente grandioso dove sono conservati dipinti e arredi in attesa di restauro. […] Ora stiamo esattamente sotto il Teatro di Bacco. Camminiamo estasiati da tanta ricchezza. Cornici di grandi dimensioni, lampadari, decorazioni, tutto è distribuito in un dedalo di cunicoli che culminano in uno strano passetto che, si dice, permetteva a Francesco I de’Medici di recarsi in segreto della sua amante Bianca Cappello, nella vicina via Maggio. […]Francesco I, si diceva, era avvezzo ai ipassaggi segreti. Un altro se l’era fatto creare nel 1572 (stavolta non per rincorrere amore inopportuni ma per “seguire virtute e canonscenza“) tra la stanza da letto e il suo privatissimo Studiolo, in Palazzo Vecchio. […]. Lui era legato all’alchimia di Paracelso, così il Vasari e il Borghini congegnarono una serie di armadi a scomparsa (è spettacolare vedere le mensole apparire dietro dipinti di forma ovale) nei quali conservare gli oggetti relativi ai diversi elementi della natura. Le pietre o le ossa intagliate per la Terra, e distillati, vetri e metalli forgiati con il calore per il Fuoco, i cristalli per l’Aria e le perle per l’Acqua. Alla decorazione dello Studiolo parteciparono ben trentun artisti dell’Accademia del disegno tra cui Gianbologna, Allori, Stradano e Ammannati. […]
(Testo di Marco Merola, pubblicato su SETTE-Corriere della Sera il 15 gennaio 2016)
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