Volevamo vedere l’originale del David ...

“Volevamo vedere l’originale del David (sulla piazza della Signoria ce n’è una copia, anche se eccellente). L’originale si trova all’Accademia di Belle Arti. Vi arrivammo cinque minuti prima della chiusura. La vendita dei biglietti era già finita, ma il vecchio custode ci permise di dare un’occhiata dalla pesante porta massiccia socchiusa. In fondo alla sala, in una nicchia, proprio di fronte a noi, stava quel giovinetto grazioso, forte, dalla grossa testa, con la fionda sulla spalla che tante volte avevamo visto disegnato nel Museo Puskin di Mosca.
<<Scusate, signori, sono le quattro....>> La porta fu chiusa. <<Andate al secondo piano, per questa scaletta. C’è una piccola mostra molto interessante. Gli ultimi lavori dei pittori italiani>>. Ci andammo. Era veramente una piccola mostra: tre stanze in tutto. C’erano opere molto interessanti, di Renato Guttuso, di Carlo Levi, ma il primo premio (un milione di lire) era stato assegnato al pittore Pirandello, figlio del famoso scrittore. Su un’enorme tela che prendeva quasi tutta la parete, erano mescolati senza alcun criterio e, secondo me, addirittura senza l’intervento del pennello, tutti i colori dello spettro esistenti e non esistenti. [...] Ogni espressione artistica è conforme a una sua legge. Ma che farci se, dopo aver visto il David, guardando il quadro che aveva ottenuto il milione di premio, divenni assai triste?”
(Vittorio Nekrasov. Tratto da “Ho visto Firenze- Guida letteraria”, a cura di APT Firenze)

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