Modi di dire: buzzurro

Nei secoli passati con il termine buzzurri erano indicati i contadini del Canton Ticino e del Cantone dei Grigioni che negli inverni scendevano a Firenze, per vendere le bruciate (caldarroste), il castagnaccio e la farina di castagna. Ma erano apprezzati anche come abili pulitori delle canne dei camini. Da questa loro attività di spazzacamini, dal tedesco putzer e dal più antico butzer, cioè “colui che ripulisce”, nasce il termine italiano buzzurri. Termine che successivamente iniziò ad avere una connotazione dispregiativa, infatti erano così soprannominati gli impiegati ed i cortigiani sabaudi, la nuova classe dirigente e politica italiana, che si trasferirono prima a Firenze e poi a Roma, le nuove capitali dell’Italia Unita, dal nord della penisola, dall’ex Regno Sabaudo. I fiorentini ed i romani ebbero forte difficoltà, all’inizio, ad entrare in sintonia con i “piemontesi”, ritenuti troppo diversi, stranieri e quindi dei buzzurri, termine  che ben presto significò, e continua a significare, una persona rozza e zotica.

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