Il “Tabernacolo delle cinque lampade”, Giotto, un omicidio e l’architettura contemporanea
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
In via Ricasoli, angolo via de’Pucci, vi è il Tabernacolo delle cinque lampade, così chiamato proprio perché è adornato da cinque grandi lampade di ferro battuto. Il Tabernacolo si compone di due affreschi, il primo “Madonna col bambino in trono e santi”, il più grande è del Trecento, opera di dubbia attribuzione ((Buffalmacco o Lippo di Benivieni), invece, il secondo “Madonna col bambino in trono e angeli”, più piccolo, è opera cinquecentesca di Cosimo Rosselli. I due affreschi sono gli elementi originari di questo tabernacolo. Infatti l’arco a tutto sesto, a protezione degli affreschi, e le lampade votive sono interventi ottocenteschi.
Questo angolo di Firenze è ricordato anche per due avvenimenti. Nell’edizione del 1906 di G. Vasari, Vite (edizione Sansoni), Gaetano Milanesi, che ne cura le annotazioni, ricorda il tabernacolo e che in un’abitazione presso questo canto visse gli ultimi anni della sua vita Giotto: “il dì 8 gennaio 1336 muore in Firenze in via del Cocomero (oggi Ricasoli) e precisamente nella casa ov’è il Tabernacolo delle 5 lampade, il celeberrimo pittore e architetto mugellano, Giotto di Bondone, nato al Colle nel popolo di San Cassiano in Padule l’anno 1266.”
Invece, per strada, proprio davanti al tabernacolo, nel Settecento si consumò un fatto di sangue che fece molto scalpore. Qui fu assassinato il letterato Tommaso Bonaventura; omicidio che avvenne per mano del bargello (il capo della polizia che aveva sede nel Palazzo, appunto, del Bargello), su mandato del Granduca Gian Gastone, l’ultimo Granduca de' Medici. Il Bonaventura fu ritenuto “colpevole” di aver riferito alla corte di Vienna le dissolutezze e inettitudini del Granduca.
Infine un’ultima curiosità. A lato destro e sopra sulla sinistra del tabernacolo due targhe ricordano che questo è stato restaurato grazie al contributo della famiglia del fiorentino Gamberini, in ricordo di Italo Gamberini. Gamberini (1907-1990) è stato importante architetto, sue a Firenze, tra le tante opere, in collaborazione con altri progettisti, la sede Rai in Largo De Gasperi, l’Archivio di Stato in Piazza Beccaria, il Ponte alla Vittoria e l’Hotel Brunelleschi di via Santa Elisabetta.
RDF
In via Ricasoli, angolo via de’Pucci, vi è il Tabernacolo delle cinque lampade, così chiamato proprio perché è adornato da cinque grandi lampade di ferro battuto. Il Tabernacolo si compone di due affreschi, il primo “Madonna col bambino in trono e santi”, il più grande è del Trecento, opera di dubbia attribuzione ((Buffalmacco o Lippo di Benivieni), invece, il secondo “Madonna col bambino in trono e angeli”, più piccolo, è opera cinquecentesca di Cosimo Rosselli. I due affreschi sono gli elementi originari di questo tabernacolo. Infatti l’arco a tutto sesto, a protezione degli affreschi, e le lampade votive sono interventi ottocenteschi.
Questo angolo di Firenze è ricordato anche per due avvenimenti. Nell’edizione del 1906 di G. Vasari, Vite (edizione Sansoni), Gaetano Milanesi, che ne cura le annotazioni, ricorda il tabernacolo e che in un’abitazione presso questo canto visse gli ultimi anni della sua vita Giotto: “il dì 8 gennaio 1336 muore in Firenze in via del Cocomero (oggi Ricasoli) e precisamente nella casa ov’è il Tabernacolo delle 5 lampade, il celeberrimo pittore e architetto mugellano, Giotto di Bondone, nato al Colle nel popolo di San Cassiano in Padule l’anno 1266.”
Invece, per strada, proprio davanti al tabernacolo, nel Settecento si consumò un fatto di sangue che fece molto scalpore. Qui fu assassinato il letterato Tommaso Bonaventura; omicidio che avvenne per mano del bargello (il capo della polizia che aveva sede nel Palazzo, appunto, del Bargello), su mandato del Granduca Gian Gastone, l’ultimo Granduca de' Medici. Il Bonaventura fu ritenuto “colpevole” di aver riferito alla corte di Vienna le dissolutezze e inettitudini del Granduca.
Infine un’ultima curiosità. A lato destro e sopra sulla sinistra del tabernacolo due targhe ricordano che questo è stato restaurato grazie al contributo della famiglia del fiorentino Gamberini, in ricordo di Italo Gamberini. Gamberini (1907-1990) è stato importante architetto, sue a Firenze, tra le tante opere, in collaborazione con altri progettisti, la sede Rai in Largo De Gasperi, l’Archivio di Stato in Piazza Beccaria, il Ponte alla Vittoria e l’Hotel Brunelleschi di via Santa Elisabetta.
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Via Ricasoli, il Tabernacolo delle cinque lampade |
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