Le palle de’Medici e modi di dire

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

La famiglia de’Medici, la Signoria di Firenze a cui dobbiamo gran parte dello splendore del patrimonio artistico e monumentale della nostra città, era originaria del Mugello. La tradizione vuole che capostipite della famiglia fosse Medico di Potrone, nato intorno alla metà dell’anno Mille, e di professione, per l’appunto, medico, che diede così il nome alla stirpe. I discendenti di Potrone, giunsero a Firenze intorno al Duecento e si iscrissero all’arte dei Medici e Speziali. Alcuni componenti della famiglia dei Medici, infatti, svolgevano anche attività di speziali, cioè farmaceutiche, e le sei palle rosse dell’ormai famosissimo  stemma di famiglia, non sarebbero altro che le pasticche tipiche della produzione farmaceutica dei Medici. Infatti, le pasticche allora erano colorate di rosso per riconoscere il loro esclusivo uso farmaceutico. Dato il sapore molto amaro che avevano in quei tempi i prodotti medicinali, gli speziali dell’epoca, per rendere più “appetibili” le pasticche, erano soliti ricoprirle con della polvere zuccherata dal coloro dorato. Da qui il modo di dire: “indorare la pillola”, usato anche in altri ambiti per indicare un modo per addolcire un’amarezza.
Successivamente la Famiglia de’Medici si diede ad altre e più redditizie attività commerciali, ma mantenne lo stemma con i sei bisanti rossi (termine utilizzato in araldica per indicare un tondino di metallo. Il nome deriva dal bisante, moneta d'oro coniata a Bisanzio). Nel 1533, quando Caterina de’Medici sposò il futuro re di Francia, Enrico II, i Medici, autorizzati dalla casa regnante francese, modificarono il proprio stemma, sostituendo il bisante rosso più alto, con uno blu contenente tre gigli d’oro, simbolo dei Re di Francia.
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Lo stemma mediceo

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