Le curiosità di Piazza sant'Ambrogio
Articolo Pubblicato sulla rivista di Firenze Informa nel 2006
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
La piazza di Sant’Ambrogio, nel quartiere di Santa Croce, a dispetto delle sue piccole dimensioni è un luogo di grande importanza storica oltre che religiosa. Sulla piazza si affaccia infatti la chiesa di Sant’Ambrogio che, nonostante la sua anonima facciata ottocentesca, è tra più antichi luoghi di culto di Firenze, come testimonia il suo interno. Fu infatti eretta, quale cappella di un vicino convento di suore benedettine, nel VI secolo, presso il luogo dove Sant’Ambrogio soggiornò nel 403. Nei secoli successivi la chiesa è divenuta un’importante meta di pellegrinaggio in seguito a due miracoli liturgici qui accaduti.
Il primo si manifestò il 30 dicembre 1230. La mattina precedente infatti il cappellano della chiesa, don Uguccione, dopo aver servito la messa si era dimenticato nel calice del vino consacrato. Il mattino seguente, servendo nuovamente messa, il cappellano, mentre era intento a celebrare la comunione, si accorse che all’interno del calice il vino si era trasformato in sangue rappreso. Tutti i presenti gridarono al miracolo, la notizia si sparse velocemente per la città e numerosi fiorentini accorsero in chiesa. Il prodigioso evento fu certificato come miracolo dal vescovo cittadino, Ardingo da Pavia, il quale stabilì che la reliquia fosse custodita nella chiesa, dove è tuttora conservata all’interno del tabernacolo di marmo del presbiterio opera di Mino da Fiesole (1429-1484) che non a caso è qui sepolto accanto alla tomba di un altro illustre personaggio, l’architetto Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca (1499-1504).
Clamorosamente nella stessa chiesa si verificò anche un secondo miracolo eucaristico. Il 24 marzo 1595, infatti, che era il Venerdì Santo, durante il rito della messa una candela appiccò il fuoco all'altare ed ad alcuni arredamenti sacri. Nei disperati tentativi di spegnere l'incendio ed a causa della confusione sorta, nessuno si accorse che un contenitore con dentro sei ostie consacrate si era aperto rovesciando il suo contenuto su un tappeto che stava bruciando. Una volta spento l'incendio, sul tappeto carbonizzato, i presenti notarono splendere le sei ostie intatte ed immacolate. I presenti, incapaci di spiegare come quelle ostie avessero resistito al fuoco, si convinsero del miracolo. Oggi quelle stesse ostie, ancora integre dopo secoli, sono custodite nella chiesa quali miracolose reliquie.
Uscendo dalla chiesa, sul lato destro della sua facciata, proprio sull’angolo della piazza con Borgo la Croce, possiamo invece osservare due pietre angolari, una riporta scolpita la scritta: “A C A I G.M.G.M MDLXXVII”, l’altra, sottostante, “CITTA' ROSSA”. Queste pietre testimoniano che la chiesa di Sant’Ambrogio in passato fu anche sede della giurisdizione del Gran Monarca della Città Rossa. Questo era il nome della locale Potenza. La Potenza era un’istituzione che aveva lo scopo di organizzare giochi, feste e ricorrenze; a Firenze, nel Seicento, si contavano circa cinquanta Potenze, spesso in accesa rivalità tra loro che solitamente sfociava in tumultuosi scontri. L’usanza voleva che i capi delle Potenze assumessero curiosi e roboanti titoli nobiliari, tra cui ricordiamo il Barone della Malcucina dagli Ammazzatoi, il Signore dello Scompiglio o il Signore della Graticola. Nel 1629, sotto Cosimo II, le Potenze furono smantellate per la mancanza di fondi da destinare a queste costosissime feste, ma principalmente perché i Medici vedevano queste istituzioni quali pericolosi luoghi di cospirazione.
Sull’angolo opposto della piazza, quello tra Borgo la Croce e via De’Macci, notiamo invece in alto un tabernacolo dedicato a Sant’Ambrogio ed attribuito a Giovanni della Robbia, e più sotto una targa che riporta la seguente scritta: “ME FERMA PASSEGGIERO, LEGGI, PER QUESTE DUE CONTRADE PASSÓ L'IMMORTAL PIO VII P.O.M. L'ANNO MDCCCV IL DÍ VIII MAGGIO E COMPARTÍ AI DEVOTI ED UMILIATI ABITANTI L'APOSTOLICA BENEDIZIONE”.
Questa targa ricorda difatti il passaggio per quella via, l’8 maggio 1805 di Papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti 1742-1823), che quel giorno passò da Firenze ritornando da Parigi, dove il 2 dicembre 1804, nella chiesa di Nótre-Dame, aveva consacrato Imperatore, Napoleone Bonaparte.
RDF
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
La piazza di Sant’Ambrogio, nel quartiere di Santa Croce, a dispetto delle sue piccole dimensioni è un luogo di grande importanza storica oltre che religiosa. Sulla piazza si affaccia infatti la chiesa di Sant’Ambrogio che, nonostante la sua anonima facciata ottocentesca, è tra più antichi luoghi di culto di Firenze, come testimonia il suo interno. Fu infatti eretta, quale cappella di un vicino convento di suore benedettine, nel VI secolo, presso il luogo dove Sant’Ambrogio soggiornò nel 403. Nei secoli successivi la chiesa è divenuta un’importante meta di pellegrinaggio in seguito a due miracoli liturgici qui accaduti.
Il primo si manifestò il 30 dicembre 1230. La mattina precedente infatti il cappellano della chiesa, don Uguccione, dopo aver servito la messa si era dimenticato nel calice del vino consacrato. Il mattino seguente, servendo nuovamente messa, il cappellano, mentre era intento a celebrare la comunione, si accorse che all’interno del calice il vino si era trasformato in sangue rappreso. Tutti i presenti gridarono al miracolo, la notizia si sparse velocemente per la città e numerosi fiorentini accorsero in chiesa. Il prodigioso evento fu certificato come miracolo dal vescovo cittadino, Ardingo da Pavia, il quale stabilì che la reliquia fosse custodita nella chiesa, dove è tuttora conservata all’interno del tabernacolo di marmo del presbiterio opera di Mino da Fiesole (1429-1484) che non a caso è qui sepolto accanto alla tomba di un altro illustre personaggio, l’architetto Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca (1499-1504).
Clamorosamente nella stessa chiesa si verificò anche un secondo miracolo eucaristico. Il 24 marzo 1595, infatti, che era il Venerdì Santo, durante il rito della messa una candela appiccò il fuoco all'altare ed ad alcuni arredamenti sacri. Nei disperati tentativi di spegnere l'incendio ed a causa della confusione sorta, nessuno si accorse che un contenitore con dentro sei ostie consacrate si era aperto rovesciando il suo contenuto su un tappeto che stava bruciando. Una volta spento l'incendio, sul tappeto carbonizzato, i presenti notarono splendere le sei ostie intatte ed immacolate. I presenti, incapaci di spiegare come quelle ostie avessero resistito al fuoco, si convinsero del miracolo. Oggi quelle stesse ostie, ancora integre dopo secoli, sono custodite nella chiesa quali miracolose reliquie.
Uscendo dalla chiesa, sul lato destro della sua facciata, proprio sull’angolo della piazza con Borgo la Croce, possiamo invece osservare due pietre angolari, una riporta scolpita la scritta: “A C A I G.M.G.M MDLXXVII”, l’altra, sottostante, “CITTA' ROSSA”. Queste pietre testimoniano che la chiesa di Sant’Ambrogio in passato fu anche sede della giurisdizione del Gran Monarca della Città Rossa. Questo era il nome della locale Potenza. La Potenza era un’istituzione che aveva lo scopo di organizzare giochi, feste e ricorrenze; a Firenze, nel Seicento, si contavano circa cinquanta Potenze, spesso in accesa rivalità tra loro che solitamente sfociava in tumultuosi scontri. L’usanza voleva che i capi delle Potenze assumessero curiosi e roboanti titoli nobiliari, tra cui ricordiamo il Barone della Malcucina dagli Ammazzatoi, il Signore dello Scompiglio o il Signore della Graticola. Nel 1629, sotto Cosimo II, le Potenze furono smantellate per la mancanza di fondi da destinare a queste costosissime feste, ma principalmente perché i Medici vedevano queste istituzioni quali pericolosi luoghi di cospirazione.
Chiesa di Sant'Ambrogio. il cerchio indica la targa della CITTA' ROSSA |
La targa CITTA' ROSSA, posta sulla facciata della chiesa |
La targa che ricorda il passaggio del Papa |
Questa targa ricorda difatti il passaggio per quella via, l’8 maggio 1805 di Papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti 1742-1823), che quel giorno passò da Firenze ritornando da Parigi, dove il 2 dicembre 1804, nella chiesa di Nótre-Dame, aveva consacrato Imperatore, Napoleone Bonaparte.
RDF
Ambrogio soggiornó al convento nel 394 (morí nel 397) pertanto è errata la data 403!
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