Donatello e la fuga dalla campagna

“Donatello era tanto bravo, ma anche così mite e cortese che Cosimo il Vecchio lo adorava. Non gli fece mai mancare nulla, il duca di Firenze, e nel testamento lasciò persino disposto al figlio Piero di donare allo scultore un podere a Caffagiolo perché non avesse problemi economici durante la sua vecchiaia. Ma dopo un anno di vita campestre, l’artista non ne volle più sapere e restituì casa e terra. Troppe noie troppi affanni racconta il Vasari. Sembra che il contadino del posto andasse continuamente dal padrone a riferire qualche guaio […]. “Non ne posso più - pare abbia detto un giorno Donatello - preferisco morire di fame che dover pensare a tante cose”. Piero de’ Medici fu molto divertito alla sua innocente semplicità. Si riprese il podere e in cambio gli assegnò un vitalizio in denaro che gli veniva pagato a rate ogni settimana. Donatello ne fu felicissimo e si ritirò nella casuccia che aveva in via del Cocomero. […].”
(Silvia Lagorio, Corriere Fiorentino, 2013)

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