Piazza Alberti

“[…] La piazza, generata nel 1911 dall’abbattimento del grande ufficio daziaria- era nota infatti fino ad allora come “Barriera Aretina“- ha ben poco della piazza, dato che non vi è un luogo al suo interno dove sia possibile restare, e pare anzi un memento del caos della metropoli contemporanea anche per le difficoltà che impone al pedone: attraversarla, per come si sovrappongono pongono le varie direttrici, non è mai impresa banale. L’intitolazione dunque di una simile luogo a Leon Battista Alberti, homo universalis, le cui competenze andavano dal commento ai Vangeli alla fisica (fu inventore della bomba per misurare la profondità del mare), dall’ottica, (la camera oscura), alla letteratura, ma che fu anzitutto architetto e decoratore, appare curiosa. Lo stesso Bargellini, già sindaco di Firenze ed esegeta della toponomastica, scriveva “non si sa per quale triste sorte a un tal cultore della grazia e dell’armonia sia stata intitolata la piazza più sgraziata e disarmonica della città”. La spiegazione più probabile è che solo nel 1911 ci si accorse che ancora mancava una intitolazione albertiana in città e si tappò il buco come si poteva.  la biografia dell’Alberti ci viene aiuto: pare infatti che, pur predicatore dell’armonia delle sue opere, egli fosse un brutto in grado di piegare ferri di cavallo con una sola mano tanto scomposto nelle movenze quanto lo è oggi la piazza […]”.
(Tratto da: Vanni Santoni,  Corriere Fiorentino, 12 ottobre 2014)

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