"Palazzo Pitti...."

"La porta si apriva su una grande stanza a forma di parallelogramma: aveva l’aria di una biblioteca privata, oppure di uno studio. C’erano tavoli, libri, carte geografiche, disegni e vari strumenti di lavoro. La biblioteca di palazzo, tuttavia, si trova in un’altra parte dell’edificio e contiene molte migliaia di volume, tra cui alcuni assai preziosi. La disposizione è una delle più indovinate, benché non la più imponente a vedersi dalle biblioteche di mia conoscenza. Il Granduca era solo, all’estremità di un lungo tavolo coperto di disegni e piante delle Maremme: una parte dei suoi territori che, si dice, egli è attualmente molto occupato a bonificare. Quando entrai si avvicinò e mi diede un benvenuto molto civile. Gli feci miei complimenti, e gli offrii un libro che mi ero fatto stampare a Firenze."
(James Fenimore Cooper, 1828)

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