Leopoldo de' Medici raffinato collezionista

"Leopoldo nasceva a Firenze il 6 novembre del 1617 da Cosimo II de' Medici e Maria Maddalena d'Austria. Uomo intelligente, ironico, curioso, raffinato, amante degli studi scientifici e delle opere d'arte, seppe improntare tutta la vita nella ricerca di cose belle e preziose, diventando unondi mecenati più importanti del XVII secolo. L'idea di collezione che maturò dalla sensibilità e dalla tenacia di Leopoldo de' Medici, sarebbe diventata un modello qualificato in grado di delineare nella storia successiva un vero e proprio prototipo collezionistico. Elemento sostanziale del progetto leopoldiano, fu infatti una continua, appassionata e colta sistematicità nella ricerca dell'opera d'arte, operazione che rese possibile la costruzione di uno scenario figurativo che con assoluta ed esemplare chiarezza si offre soprattutto ai visitatori delle Gallerie degli Uffizi [...]. Fin dalla gioventù il principe ebbe la capacità di valutare le occasioni di acquisto delle opere, tenendo sempre conto della nitida visione d'insieme di quella raccolta che avrebbe voluto realizzare e che sistava plasmando sotto i propri occhi. Dotato di una forte memoria visiva, riuscì a predefinire la sua collezione vededone la futura morfologia, la struttura portante, lo stile e la qualità in una impalcatura concettuale capace di resistere e affascinare fino ai nostri giorni. [...] Se pensiamo a quello che la società ed in particolare nell'ambito del patrimonio culturale sarebbe accaduto nel Settecento, con l'affermazione di un metodo di tutela dettato dalla conoscenza e dalla classificazione del bene artistico, seguire le fasi del collezionismo di Leopoldo de' Medici ci pone di fronte ad anticipazioni straordinarie. Anticipazioni di una mentalità ordinatrice che iniziò a distinguere le diverse tipologie del manufatto artistico, con una chiarezza capace di guidarlo nel progetto di raccolta tanto da stabilire un protocollo per le indagini dei suoi collaboratori con direttive e regole ben precise. Il sistema previde inoltre la conoscenza delle fonti storiche che in diverse circostanze costituirono le basi da cui iniziare la ricerca stessa delle opere. Lopoldo non fu solo in questo grande progetto collezionistico, pretese al suo servizio uomini colti che viaggiavano trovando le porte aperte dei commerci e della diplomazia. Scelse mercanti, nobili, religiosi, eruditi, ma anche genialità e l'intrapredenza di artisti, letterati e collezionisti. Rappresentarono una realtà unica che si impose su tutto il territorio nazionale e nelle maggiori città estere.
Questo esercito di collaboratori, circa un centinaio dislocati strategicamente nei luoghi più ricchi ed interessanti del mercato artistico, disegnarono una mappa che decretò la geografia del collezionismo leopoaldiano. Una visione aperta e moderna, portò Leopoldo a concepire il proprio patrimonio artistico come un valore concreto. Da conservare ed esibire ed al quale era importante attribuire un ordine storico e amministrativo, un nuovo status che potesse garantire una dignità materiale dell'opera d'arte. [...]"
(Miriam Fileti Mazza, in "Il Giornale degli Uffizi", agosto 2017)

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