Giardino dell’Orticultura
“Nel 1852, constato il diffondersi dell’arte del giardinaggio, l’Accademia dei Georgofili nominò un’apposita commissione con l’incarico di formare in Toscana una società d’orticultura.
Da qui nasce l’esigenza dell’attivazione di un orto, o “giardino sperimentale”, che si potrà concretizzare nel 1859, anno in cui alla società venne concesso in enfiteusi un terreno posto fuori porta San Gallo, all’inizio di via Bolognese, di proprietà del marchese Ludovico Ginori Lisci e della marchesa Marianna Venturi . Dopo tre anni di lavoro la Società Toscana d’Orticultura poté cominciare a utilizzare il terreno come giardino sperimentale, realizzandovi un piantatoio, una vigna e un pomario e impiantando nella parte bassa, verso la città, eccentriche e rare piante ornamentali. Un radicale riordinamento del giardino si ebbe a partire dal 1876 con lo scopo principale di poter ospitare future esposizioni nazionali e mostre prestigiose. Nel 1880 la Federazione orticola Italiana organizzò a Firenze la Prima Esposizione Nazionale e, proprio per onorare degnamente l’incarico, la Società Toscana d’Orticoltura decise di completare il proprio giardino con la costruzione di un tepidario di grandi dimensioni che, in Italia, non aveva precedenti. Fu promossa una sottoscrizione fra i soci al fine di trovare i fondi necessari alla nuova costruzione. L’incarico di redigere il progetto fu affidato all’ingegnere e architetto Giacomo Roster e realizzato dall’Officina Michelucci di Pistoia. L’attività promotrice della Società s’intensificò ulteriormente con l’esposizione del 1887, in quella occasione il giardino venne arricchito dalla presenza di un Café Restaurant e da una seconda serra proveniente dal Giardino Demidoff di San Donato. Nel 1911, il giardino fu nuovamente teatro di una grande esposizione per le celebrazioni promosse dal Comune nell’ambito del cinquantenario dell’Unità d’Italia. In tale occasione furono operate considerevoli modifiche, alcune delle quali si conservano tutt’oggi: tra queste va sottolineata la costruzione della Loggetta Bondi da parte della Manifattura di Signa. Con la prima guerra mondiale cominciò il lento declino della Società Toscana d’Orticultura. Nel 1930 il giardino venne acquistato dal Comune che lo destinò a giardino pubblico. […]”
(Tratto da “Giardini e ville di Toscana”, a cura del Touring Club Italiano e della Regione Toscana)
Giardino dell’Orticultura, Via Vittorio Emanuele II, 4, 50139 Firenze
Da qui nasce l’esigenza dell’attivazione di un orto, o “giardino sperimentale”, che si potrà concretizzare nel 1859, anno in cui alla società venne concesso in enfiteusi un terreno posto fuori porta San Gallo, all’inizio di via Bolognese, di proprietà del marchese Ludovico Ginori Lisci e della marchesa Marianna Venturi . Dopo tre anni di lavoro la Società Toscana d’Orticultura poté cominciare a utilizzare il terreno come giardino sperimentale, realizzandovi un piantatoio, una vigna e un pomario e impiantando nella parte bassa, verso la città, eccentriche e rare piante ornamentali. Un radicale riordinamento del giardino si ebbe a partire dal 1876 con lo scopo principale di poter ospitare future esposizioni nazionali e mostre prestigiose. Nel 1880 la Federazione orticola Italiana organizzò a Firenze la Prima Esposizione Nazionale e, proprio per onorare degnamente l’incarico, la Società Toscana d’Orticoltura decise di completare il proprio giardino con la costruzione di un tepidario di grandi dimensioni che, in Italia, non aveva precedenti. Fu promossa una sottoscrizione fra i soci al fine di trovare i fondi necessari alla nuova costruzione. L’incarico di redigere il progetto fu affidato all’ingegnere e architetto Giacomo Roster e realizzato dall’Officina Michelucci di Pistoia. L’attività promotrice della Società s’intensificò ulteriormente con l’esposizione del 1887, in quella occasione il giardino venne arricchito dalla presenza di un Café Restaurant e da una seconda serra proveniente dal Giardino Demidoff di San Donato. Nel 1911, il giardino fu nuovamente teatro di una grande esposizione per le celebrazioni promosse dal Comune nell’ambito del cinquantenario dell’Unità d’Italia. In tale occasione furono operate considerevoli modifiche, alcune delle quali si conservano tutt’oggi: tra queste va sottolineata la costruzione della Loggetta Bondi da parte della Manifattura di Signa. Con la prima guerra mondiale cominciò il lento declino della Società Toscana d’Orticultura. Nel 1930 il giardino venne acquistato dal Comune che lo destinò a giardino pubblico. […]”
(Tratto da “Giardini e ville di Toscana”, a cura del Touring Club Italiano e della Regione Toscana)
Giardino dell’Orticultura, Via Vittorio Emanuele II, 4, 50139 Firenze
Commenti
Posta un commento