Il viuzzo dei Catinai
Percorrendo via Pian dei Giullari, da Arcetri in direzione di Santa Margherita a Montici, sulla destra incontriamo una strada che dopo alcuni metri inizia a scendere ed ha un fondo di ciottoli. E’ il Viuzzo dei Catinai, detto anche ‘Erta’ per la sua ripida pendenza per chi la percorre in senso contrario, che sbuca in via delle Cinque Vie, nell’abitato delle Cascine del Riccio.
Questa tipica strada collinare di Firenze, è un’antica via che già nel Quattrocento, e fino ai primi del Novecento, era percorsa dai fornaciai del cotto dell’Impruneta che si recavano, su barrocci trainati da muli, a vendere la loro produzione di mattoni, orci e, appunto, catini ai mercati di Firenze. La strada era utilizzata anche dai pellegrini per recarsi da Firenze al Santuario Mariano dell’Impruneta. Prima di giungere alla Cascine del Riccio si può ammirare un tabernacolo del XIV secolo, in stile gotico, originariamente dedicato alla Madonna dei Ricci (adesso, con una formella moderna, alla Madonna dell’Impruneta).
Il nome ‘Ricci’ deriva dalla famiglia nobile fiorentina, ma di origini pratesi, che, avendo qui possidenti, diede il nome a questo antico borgo (Cascine del Riccio) attraversato dal fiume Ema. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu fatto saltare il ponte medievale che conduceva da qui a Grassina.
Il ponte era chiamato ‘Iozzi’, da ‘osoli’ cioè ‘orci’ quelli che gli artigiani imprunetini conducevano a Firenze anche attraverso questo ponte .
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Questa tipica strada collinare di Firenze, è un’antica via che già nel Quattrocento, e fino ai primi del Novecento, era percorsa dai fornaciai del cotto dell’Impruneta che si recavano, su barrocci trainati da muli, a vendere la loro produzione di mattoni, orci e, appunto, catini ai mercati di Firenze. La strada era utilizzata anche dai pellegrini per recarsi da Firenze al Santuario Mariano dell’Impruneta. Prima di giungere alla Cascine del Riccio si può ammirare un tabernacolo del XIV secolo, in stile gotico, originariamente dedicato alla Madonna dei Ricci (adesso, con una formella moderna, alla Madonna dell’Impruneta).
Il nome ‘Ricci’ deriva dalla famiglia nobile fiorentina, ma di origini pratesi, che, avendo qui possidenti, diede il nome a questo antico borgo (Cascine del Riccio) attraversato dal fiume Ema. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu fatto saltare il ponte medievale che conduceva da qui a Grassina.
Il ponte era chiamato ‘Iozzi’, da ‘osoli’ cioè ‘orci’ quelli che gli artigiani imprunetini conducevano a Firenze anche attraverso questo ponte .
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
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