Le targhe di Piazza de’Pitti

Articolo Pubblicasto sulla rivista Firenze Informa nel 2005
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

Lo scrittore e pittore Carlo Levi, torinese, scrisse il suo più celebre romanzo, “Cristo si è fermato ad Eboli”, a Firenze dove visse dal 1943 al 1945.
Levi infatti, dopo il confino politico in Basilicata tra il 1935 e il 1936, a cui fu assoggettato per la sua attività antifascista e che ispirerò il romanzo, e l'emigrazione negli Stati Uniti, rientrò in Italia nel 1943 stabilendosi a Firenze. Qui entrò in contatto con il mondo letterario locale, partecipò attivamente alla Resistenza come membro del Comitato di Liberazione della Toscana e fu nominato direttore del quotidiano "La Nazione del Popolo”.
La targa dedicata a Carlo Levi

Una targa posta in Piazza Pitti, al numero civico ,indica la casa dove Levi, ospite della partigiana Annamaria Ichino, scrisse tra il dicembre del 1943 e il luglio 1944 il romanzo e visse in clandestinità; come lo stesso autore ricorda nelle pagine di una sua successiva opera letteraria “L'Orologio”: "Fascisti e tedeschi mi cercavano, e io passavo gran parte del giorno in una casa segreta, con carte false e falso nome; e scrivevo, seduto a un piccolo tavolino, vicino alla finestra. La Piazza Pitti si ergeva davanti a me".
Sullo stesso lato della piazza, ma al numero 22, come testimonia la targa sulla facciata del palazzo, un altro illustre personaggio della letteratura internazionale, visse e lavorò: lo scrittore moscovita, Fedor Michajlovic Dostoevskij, che durante un lungo viaggio tra le capitali europee, fra il 1868 al 1869 si fermò a Firenze e scrisse “L’Idiota”, uno dei suoi romanzi più celebri.
La targa che ricorda il soggiorno a Firenze di Dostoevskij

A completare la presenza ed il soggiorno di personaggi famosi in Piazza Pitti, citiamo un'altra lapide posta al numero civico 18, la quale ricorda che lì visse a lungo Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482). Astronomo, matematico e medico fiorentino, Toscanelli assieme a Filippo Brunelleschi effettuò i calcoli per la costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore, ed attraverso l’osservazione delle comete (in un suo  manoscritto astronomico, conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, Toscanelli riporta in una carta del cielo il passaggio del 1546 della cometa, in seguito chiamata "Cometa di Halley") elaborò un efficace metodo di rappresentazione cartografica. Ma la sua notorietà dipende dalla lettera che spedì a Cristoforo Colombo in cui dimostrava la sfericità della terra, fornendogli la carte del globo ed indicandogli che la via più breve per raggiungere l'Oriente asiatico era quella attraverso l'Oceano Atlantico.
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