Firenze ebbe origini etrusche?
Testo di Roberto Di Ferdinando
Sull’ultimo numero della rivista toscana di storia locale, Microstoria, Marco Nucci, nel suo articolo dà risalto ad alcune scoperte sulla storia antica di Firenze, contenute nel libro Firenze Etrusca di Giovanni Spini ed Ennio Pecchioni edito recentemente da Press & Archeos. Spini e Pecchioni, membri del gruppo Archeologico Fiorentino, affermano che oggi è dato per certo che gli etruschi navigassero l’Arno fin dal VII secolo a.C. e prima di allora si ipotizza che anche i Villanoviani utilizzassero il fiume quale via di comunicazione riuscendo ad avere contatti e scambi con popolazioni micenee e sarde. Scali fluviali etruschi sono stati scoperti a Pisa, Empoli, Figline Valdarno e a Firenze, qui il porto sorgeva nell’attuale Piazza Mentana, dove, successivamente, fu insediato uno scalo anche in età romana.
Gli autori del libro nell’avanzare l’ipotesi dell’insediamento etrusco a Firenze, riprendono una teoria già avanzata dal professor Antonio Minto, Soprintendente alle antichità per l’Etruria dal 1925 al 1951 e docente di etruscologia all’Università di Firenze, infatti si legge nel libro: “Nel 1926, nei pressi dell’arcone di Piazza della Repubblica, venne ritrovato un foculo in bucchero di chiara provenienza etrusca, ovvero un contenitore di braci che serviva da scaldavivande. Questo reperto venne messo in connessione con altri ritrovamenti avvenuti durante gli scavi di fine Ottocento nel centro della città: si trattava di due bronzetti, uno rappresentante un guerriero e l’altro un giovane nudo e di un cippo di arenaria usato come materiale da costruzione per l’antica chiesa di San Tommaso. […] i lavori di fine Ottocento misero in evidenza però anche altri importanti aspetti della Firenze preromana, innanzitutto la necropoli villanoviana risalente alla prima età del ferro, che si estendeva tra Via Pellicceria e via del Campidoglio e della quale vennero riportati alla luce orci e ziri. Essa faceva presumibilmente riferimento ad un villaggio che sorgeva vicino all’attuale Orsanmichele. […] Anche altri ritrovamenti effettuati durante gli scavi di Piazza della Signoria inducono a retrodatare l’inizio della storia di Firenze: ci sono frammenti ceramici greci della seconda metà del VIII secolo e alcuni bronzetti votivi etruschi, riconducibili ad aree sacre poi tramandate alle generazioni romane”.
Secondo alcuni studi riportati nel libro si ritiene che da dall’antica città di Fiesole scendessero varie vie sacre “da qui in epoca etrusca si dipartiva un percorso sacro segnato da sepolture di un certo rilievo, le cui tracce vanno ricercate nei cippi, come quello ritrovato nel 1981 in Via dei Bruni. A questi si aggiungono i tular, i cippi confinari: tre di queste pietre, ritrovate in uno scantinato di Via Calimaruzza, vennero riutilizzate in epoca romana per la costruzione della porta sud di Florentia”.
Nella seconda parte del libro si dà inoltre spazio e risalto ad una scoperta che darebbe peso alla teoria dell’insediamento etrusco a Firenze. Infatti nei lavori di ristrutturazione di un palazzo ottocentesco in Via del Proconsolo nel 2003 “[…] è stato individuato un canale con andamento nordovest-sudest, vicino ad una fossa circolare caratterizzata da buche, che servivano verosimilmente ad alloggiare i pali su cui si reggevano delle palafitte. Nella fossa sono stati trovati dei frammenti di ciotola recanti iscrizioni etrusche del VII e VI secolo a. C.. Questi ritrovamenti ed un’attenta analisi della quadratura di strade dietro Palazzo Vecchio può far pensare ad un originario insediamento etrusco, sviluppatosi in stretto rapporto con l’Arno: un grosso agglomerato abitativo con magazzini, capannoni e laboratori, utile ai commerci dei fiesolani e delle genti della Piana. Possiamo ipotizzare […] un emporio, fatto di case di legno poggianti su pali e di un molo in muratura per l’attracco delle barche, forse quello stesso muraglione che si trova a quattro metri di profondità sotto il monumento di Piazza Mentana e che è stato rinvenuto nel 1901”.
RDF
Sull’ultimo numero della rivista toscana di storia locale, Microstoria, Marco Nucci, nel suo articolo dà risalto ad alcune scoperte sulla storia antica di Firenze, contenute nel libro Firenze Etrusca di Giovanni Spini ed Ennio Pecchioni edito recentemente da Press & Archeos. Spini e Pecchioni, membri del gruppo Archeologico Fiorentino, affermano che oggi è dato per certo che gli etruschi navigassero l’Arno fin dal VII secolo a.C. e prima di allora si ipotizza che anche i Villanoviani utilizzassero il fiume quale via di comunicazione riuscendo ad avere contatti e scambi con popolazioni micenee e sarde. Scali fluviali etruschi sono stati scoperti a Pisa, Empoli, Figline Valdarno e a Firenze, qui il porto sorgeva nell’attuale Piazza Mentana, dove, successivamente, fu insediato uno scalo anche in età romana.
Gli autori del libro nell’avanzare l’ipotesi dell’insediamento etrusco a Firenze, riprendono una teoria già avanzata dal professor Antonio Minto, Soprintendente alle antichità per l’Etruria dal 1925 al 1951 e docente di etruscologia all’Università di Firenze, infatti si legge nel libro: “Nel 1926, nei pressi dell’arcone di Piazza della Repubblica, venne ritrovato un foculo in bucchero di chiara provenienza etrusca, ovvero un contenitore di braci che serviva da scaldavivande. Questo reperto venne messo in connessione con altri ritrovamenti avvenuti durante gli scavi di fine Ottocento nel centro della città: si trattava di due bronzetti, uno rappresentante un guerriero e l’altro un giovane nudo e di un cippo di arenaria usato come materiale da costruzione per l’antica chiesa di San Tommaso. […] i lavori di fine Ottocento misero in evidenza però anche altri importanti aspetti della Firenze preromana, innanzitutto la necropoli villanoviana risalente alla prima età del ferro, che si estendeva tra Via Pellicceria e via del Campidoglio e della quale vennero riportati alla luce orci e ziri. Essa faceva presumibilmente riferimento ad un villaggio che sorgeva vicino all’attuale Orsanmichele. […] Anche altri ritrovamenti effettuati durante gli scavi di Piazza della Signoria inducono a retrodatare l’inizio della storia di Firenze: ci sono frammenti ceramici greci della seconda metà del VIII secolo e alcuni bronzetti votivi etruschi, riconducibili ad aree sacre poi tramandate alle generazioni romane”.
Secondo alcuni studi riportati nel libro si ritiene che da dall’antica città di Fiesole scendessero varie vie sacre “da qui in epoca etrusca si dipartiva un percorso sacro segnato da sepolture di un certo rilievo, le cui tracce vanno ricercate nei cippi, come quello ritrovato nel 1981 in Via dei Bruni. A questi si aggiungono i tular, i cippi confinari: tre di queste pietre, ritrovate in uno scantinato di Via Calimaruzza, vennero riutilizzate in epoca romana per la costruzione della porta sud di Florentia”.
Nella seconda parte del libro si dà inoltre spazio e risalto ad una scoperta che darebbe peso alla teoria dell’insediamento etrusco a Firenze. Infatti nei lavori di ristrutturazione di un palazzo ottocentesco in Via del Proconsolo nel 2003 “[…] è stato individuato un canale con andamento nordovest-sudest, vicino ad una fossa circolare caratterizzata da buche, che servivano verosimilmente ad alloggiare i pali su cui si reggevano delle palafitte. Nella fossa sono stati trovati dei frammenti di ciotola recanti iscrizioni etrusche del VII e VI secolo a. C.. Questi ritrovamenti ed un’attenta analisi della quadratura di strade dietro Palazzo Vecchio può far pensare ad un originario insediamento etrusco, sviluppatosi in stretto rapporto con l’Arno: un grosso agglomerato abitativo con magazzini, capannoni e laboratori, utile ai commerci dei fiesolani e delle genti della Piana. Possiamo ipotizzare […] un emporio, fatto di case di legno poggianti su pali e di un molo in muratura per l’attracco delle barche, forse quello stesso muraglione che si trova a quattro metri di profondità sotto il monumento di Piazza Mentana e che è stato rinvenuto nel 1901”.
RDF
Essendo nato nella Fiesole etrusca e residente da sempre a Firenze,mi si può solamente riempire il cuore di orgoglio nel leggere questo articolo,e nel comprendere quanto queste 2 località,con la loro storia,siano legate indissolubilmente...d'altronde questo legame,se non sbaglio,è testimoniato anche sulla facciata di Palazzo Vecchio.
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