Il Calcio Storico Fiorentino

"[...] Il calcio fiorentino, detto anche "calcio in costume" o "calcio in livrea, è un gioco che affonda le sue radici in tempi remoti. Il primo vocabolario italiano del 1612, degli Accademici della Crusca, avvalora la tesi fornendo la seguente definizione: 《è calcio anche il nome di un gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guida di battaglia ordinato, passato da' Greci a' Latini, e da' Latini a noi》. Quindi gioco 《proprio e antico 》 di Firenze le cui origini, remotissime, vanon però cercate prima dai Greci e poi dai Latini. [...] Nell'antica Grecia venivano comunemente effettuate ludiche ricreazioni con la palla, organizzando gare dai nomi di "Feninda", di "Episciro", è, più conosciuto, di "Sferomachia" (che traeva il nome proprio dalla sfera in gioco), nel quale sue gruppi di pari numero di giocatori, contendendosi accanotamente la palla, offriva o uno spettacolo più vario ed agonistico che, al tempo stesso, comlrendeva l'esercizio della corsa, del salto e della lotta. Dai Greco, questo ludo, passò ai Romani i quali, con il nome di Harpastum (strappato a forza) lo giocavano su terreni sabbiosi (da cui anche pulverulentum) [...]. La competizione aveva carattere virile e aspro. Lotte serrate e continui "corpo a corpo per il possesso della palla [...] fu il divertimento preferito dei legionari dell'esercito romano o quali abitualmente lo praticavano. [...] E proprio l'harpastum, radicato nel costume di vita dei romani, venne sicuramente "esportato da quei legionari che stanziarono nella colonia Florentia da loro fondata l'anno 59 avanti l'era cristiana. [...] A Firenze l'antico gioco romano cambiò nome da "arpasto" a quello di "calcio" (termine che indica chiaramente uno dei modi con cui veniva colpita la palla) è, con il nome, anche alcune regole fondamentali. Si mantenne però inalterata la disposizione in campo dei giocatori come l'ordine dei reparti in battaglia dell'unità tattica della legione romana, suddiviso in quattro linee orizzontali parallele: i Veliti (fanti armati alla leggera e perciò molto veloci), gli Astanti (armati di lancia che dovevano ostacolare l'avanzata dei nemici), i Principi (componenti forti e robusti armato pesantemente, considerati i migliori soldati di protezione) ed infine i Triari che rappresentavano l'ultima riga di difesa, sceltri tra i più anziani e valorosi. Queste quattro linee di battaglia furono esattamente mantenute nel Calcio Fiorentino dagli "Innanzi" o "Corridori (in numero di quindici), dagli "Sconciatori" (cinque), chiamati così perché spintonavano gli avversari per frenarne l'impero, dai "Datori innanzi" (quattro) e dai "Datori addietro" (tre) che poi erano gli estremi difensori sui quali ricadeva l'ultima speranza di respingere o bloccare il pallone agli avversari nell'intento di segnare la "caccia" (goal) vincente.
A questo punto, degno di rilievo e d'interesse, appare evidente come pure nel modernomoderno schieramento in campo delle squadre di foot-ball, di derivazione inglese, la disposizione sia ugualmente sulle solite quattro linee [...]. Effetto dell'arpasto sicuramente introdotto anche in Inghilterra dai legionari di Cesare? Oppure suggerimento dei mercanti e banchieri fiorentini che per ragioni di commercio e d'affari vi soggiornavano? [...] Il Calcio in Luce e continuò a svolgersi senza interruzioni fino al Settecento quando le partite, almeno quelle organizzate caddero i disuso. L'ultima gara ufficiale si svolse nel gennaio del 1739 in piazza Santa Croce e dopo questa il gioco secolare si spense del tutto, almeno come pubblica manifestazione di spettacolo solennemente preparato, per riapparire solo più tardi nel 1898 [...]. Alla fine, dopo cinquanta minuti, la formazione vincente riceve in premio una bianca vitella [...], o meglio, un quantitativo di bistecche ad essa equivalentr [...]."
(Tratto da: "Festività Fiorentine" di Luciano Artusi e Anita Valentini, a cura del Comune di Firenze)

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