Rificolona
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Secondo il calendario liturgico, il 7 settembre è la vigilia della natività di Maria ed a Firenze in quel giorno ed in quello successivo si festeggia la Rificolona. Tale festa, nasce intorno al Seicento, sebbene già nell’antichità, riprendendo alcuni riti pagani, in questo periodo si festeggiava il raccolto e si rendeva onore e ringraziamento alla Dea Madre Terra fertile, con il cattolicesimo tali celebrazioni furono sostituite con la festività della Vergine.
Nel Seicento a Firenze giungevano dalle campagne vicine e da quelle lontane del Casentino e dalle montagne pistoiesi i contadini ed i pastori, accompagnati dalle loro donne, per festeggiare la natività della Madonna nella Basilica della Santissima Annunziata, tempio Mariano per eccellenza. L’occasione del pellegrinaggio permetteva ai contadini ed ai montanari di vendere anche i loro prodotti, tanto che nel tempo, in quei due giorni si venne a formare un vero e proprio mercato che occupava anche la vicina via de’Servi. Data la sempre più alta affluenza dei venditori, ogni anno era sempre più difficile per i contadini ottenere un posto a questa fiera, così si mettevano in cammino la notte precedente per giungere prima di tutti in Santissima Annunziata e scegliere il posto migliore. In questo loro cammino-pellegrinaggio notturno si facevano guidare dalla luce di piccole ed artigianali lanterne di carta o di tela. Da qui l’uso, ancora oggi conservato dai fiorentini di festeggiare con queste particolari lanterne la Rificolona. La parola Rificolona, deriverebbe quindi da una storpiatura di fierucolone, cioè dall’appellativo che i fiorentini davano alle contadine, perché prosperose o robuste oppure perché colone (delle campagne), che si recavano a vendere i loro prodotti alla Fiera dell’Annunziata. Oggi con il termine rificolona è usato come critica, più o meno scherzosa, nei confronti di una donna vestita in maniera eccentrica o senza gusto.
RDF
Basilica di Santissima Annunziata |
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