L'ordine delle lettere di Leon Battista Alberti

Leon Battista Alberti
Ordine delle lettere
1435 Biblioteca Moreniana, Moreni 2
“[…] Leon Battista Alberto […] un vero umanista, capace di conciliare cultura tecnica e teorica; grande conoscitore del latino e dell’antichità, ma cultore anche del volgare; uomo di studi e cittadino impegnato per il progresso della sua Firenze. E proprio per questo l’autore - tra il 1438 e il 1441 - di una grammatica pensata <<per honorare la patria nostra>> […]. Nello schema delle lettere allestito da Alberto, l’ordine - cioè la disposizione nella pagina - segue un criterio puramente grafico. Si va dai segni più semplici, quelli formati da una o più aste corte (come i o m) a quelli più complessi, contenenti cioè un asta lunga (l), una linea curva (c), un tratto ondulato (b) o addirittura due segni diversi (ch). Ma il primo problema che Alberti si pone è quello di rendere attraverso l’alfabeto latino i suoni della <<linghua toschana>>. Come la differenza tra la di casa (qui resa sempre con una ch) e quella di cera, tra la g di gatto (qui con una gh) e quella di gelo. O tra la e aperta di bella (qui una <<ae>>) e quella chiusa di stella, o tra la o aperta di cotto (qui <<au>>) e quella chiusa di sotto. Alberto prova per primo a inventare dei segni che rendano la grafia delle parole più aderente alla loro pronuncia. Anche se […] le sue proposte non avranno successo. […]”
(Tratto da: Giuseppe Antonelli, Il museo della lingua italiana, Milano, Mondadori 2018, e in Guiuseppe Patota, Lingua e linguistica in Leon Battista Alberti, Roma, Bulzani, 1999)

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