Modi di dire: “non avere un becco di un quattrino”


Testo di Roberto Di Ferdinando

Nell’Italia medievale era in circolazione il “quattrino” che valeva, da qui il suo nome, quattro denari (piccioli, cioè i moderni centesimi). In Toscana fu coniato dal XIII° al XVIII° secolo, aveva un valore molto basso ed era di rame. Nella Toscana dei Lorena, 3 quattrini davano un soldo (rame), 5 quattrini corrispondevano ad una Crazia, e per avere una moneta di valore superiore occorrevano 150 quattrini, cioè un Paolo che era d’argento.
Sugli antichi “quattrini” era impressa l’immagine di un rostro, cioè lo sprone di rame che gli antichi romani ponevano alla prua delle loro navi da guerra. Il rostro dava l’idea di un becco appuntito, e da qui nasce l’espressione:”non avere un becco di un quattrino”, cioè non avere nessuna moneta, neanche quelle di poco valore (neanche un centesimo).
Alessandro Manzoni (che soggiorno a Firenze proprio per “italianizzare” il suo scritto) utilizza questa espressione nei Promessi Sposi: ( 14esimo capitolo) Renzo dice: “Rispondi dunque oste: e Ferrer, che è il meglio di tutti, è mai venuto qui a fare un brindisi, e a spendere un becco d’un quattrino?”
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