La Loggia del Pesce

(Testo e foto di Roberto Di Ferdinando)

Dove oggi c’è piazza della Repubblica, precisamente in corrispondenza dell’arco dei portici che immette in via Strozzi, qui una volta esisteva via dei Ferrivecchi (il nome derivava dalla presenza in questa strada di numerose botteghe che vendevano pezzi di ferro) che era uno dei principali accessi al Mercato Vecchio, il cuore popolare dell’antico ghetto. Chi entrava da qui nel mercato si imbatteva subito nella Loggia del Pesce. In origine il mercato del pesce non si svolgeva qui. Infatti, questo sorgeva in prossimità dell’Arno e ancor oggi è rimasta nella toponomastica cittadina il ricordo di quest’attività, si pensi a piazza del Pesce, proprio accanto a Ponte Vecchio. Ma nel 1557 in seguito ad un’alluvione dell’Arno, il mercato ittico rimase danneggiato e così fu deciso di spostarlo al Mercato Vecchio. Fu Cosimo I che nel 1568 incaricò il Vasari di progettare una loggia che ospitasse il mercato del pesce e fu eretta alla fine di via dei Ferrivecchi. Inizialmente di sette arcate, poi ampliata a nove, la loggia fu decorata con formelle. Sotto le arcate numerosi erano i banchi che esponevano il pesce in vendita su delle lastre di marmo inclinate, in modo da far sgocciolare l’acqua con la quale i venditori spesso “ravvivavano” la loro merce. Da questo sgocciolare forse nasce l’espressione fiorentina: “Chi vuole i’ pesce bisogna che s’ammolli!”. Con i nuovi progetti urbanistici di Firenze Capitale il ghetto e quindi il Mercato Vecchio furono smantellati, la Loggia del Pesce, opera del Vasari, fu in parte salvata, infatti fu smontata ed i pezzi trovarono ricovero in un magazzino. Solo nel 1955 fu deciso di recuperarla, difatti fu ricomposta in piazza de’Ciompi dove oggi è possibile ancora ammirarla.
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Piazza de'Ciompi - La Loggia del Pesce (progetto del Vasari)

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