Il Canto degli Aretini

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

In via di Ripoli 51, all’angolo (canto) con via Benedetto Accolti, zona Firenze sud, c’è il Canto degli Aretini, un piccolissimo spazio verde, recintato da una ringhiera e da aiuole, con al centro una colonna spezzata. Questi pochi metri quadrati, come dice il nome, sono sotto l’amministrazione diretta e giurisdizione del Comune di Arezzo per un fatto storico. Infatti, nel 1289 nella battaglia di Campaldino contro Arezzo, Firenze catturò un migliaio di nemici che furono rinchiusi nelle carceri cittadini. Molti di questi prigionieri finirono i loro giorni nelle carceri e per molti di questi, circa un centinaio, i più poveri, dato che nessuno ne reclamava i corpi, fu deciso di seppellirli in una fossa comune, proprio qui, lungo la strada (oggi via di Ripoli) ed Arezzo si preoccupò di averne cura. La colonna fu posta nel 1921 per volontà del comune di Arezzo e sul piedistallo furono incise le seguenti parole commemorative dettate da Isidoro del Lungo: “SULLA VIA LUNGO LA QUALE L’OSTE/GUELFA FIORENTINA MOVEVA LE INSEGNE/PER ANDARE IN TERRA DI NEMICI QUESTO/COSIDDETTO <<CANTONE DI AREZZO>> CHE/E’ DEL COMUNE GHIBELLINO PROPRIETA’/D’IGNOTA SECOLARE ORIGINE RICEVEVA/DAL VERSO IMMORTALE DEL POETA COMBATTENTE/IN CAMPALDINO MEMORIA DEGLI INFAUSTI/ODII DA CITTA’ A CITTA’ OGGI/NELL’ITALIANA CONCORDE POTENZA/ABOLITI PER SEMPRE.”
L’immortale poeta citato nella lapide è Dante che partecipò alla battaglia di Campaldino, ricordandola nell’Inferno.
Ogni anno, l’11 giugno sulla colonna le amministrazioni comunali di Arezzo e Firenze, oggi in pace, posano una corona di fiori in ricordo di quei morti.
RDF
Via di Ripoli, il Canto degli Aretini

Commenti

  1. Possiedo la lettera originale inviata da Isidoro Del Lungo all'amministrazione comunale, con la bozza definitiva dell'iscrizione.
    Chi fosse interessato può contattarmi a: nardaster@infinito.it

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  2. Grazie di averci ricordato che oggi le città di Firenze ed Arezzo sono in pace.
    Diversamente, avremmo potuto credere che ancora Guelfi e Ghibellini fossero in guerra.

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