La Compagnia del Ceppo

“[…] Una “compagnia” (secondo la denominazione toscana dei gruppi laicali) dedicata a San Niccolò di Bari e alla Visitazione della Vergine fu fondata nel Trecento a Firenze presso la chiesa di San Niccolò Oltrarno. Nel 1417 i confratelli edificarono un nuovo oratorio, nell’attuale via Tripoli, vicino allo spedale dei Santi Jacopo e Filippo, detto il “Ceppo delle Sette Opere di Misericordia”, oggi distrutto. L’appellativo “del Ceppo”, che allude ad un edificio costruito con le elemosine introdotte in un tronco d’albero vuoto, è pervenuto alla confraternità di San Niccolò proprio per l’ubicazione della sede presso lo spedale. Scopo del sodalizio era l’insegnamento dei principi religiosi ai giovani, e non si trattava dell’unico gruppo che si proponeva questo compito, tanto che nel 1442 papa Eugenio IV emanò una bolla sull’ordinamento delle quattro compagnie “di fanciulli” di Firenze. In seguito all’assedio posto a Firenze dalle truppe imperiali nel 1529, i confratelli dovettero abbandonare gli spazi all’interno dello spedale, trovando temporaneo asilo presso la Compagnia di santa Maria della croce al Tempio nell’attuale via San Giuseppe, dove subirono la terribile alluvione del 1557. Nel 1561 acquistarono un terreno per edificare la propria sede all’angolo tra le attuali via Pandolfini e Verdi. Questa si chiamava allora via del Fosso, perché vi si scorgevano ancora le tracce della penultima cerchia muraria. Al 1565 risale il solenne trasferimento del sodalizio nei nuovi ambienti, costituiti inizialmente da un oratorio, un vestibolo e un cortile.
Ancora oggi la Compagnia occupa gli spazi costruiti e decorati nel corso dei secoli, e ancora oggi all’esterno anonimo si contrappone l’interno ricco e articolato che accoglie opere di grande rilievo di artisti come beato Angelico, autore del Crocefisso appena restaurato […].
A Francesco Buonarotti (pronipote del grande Michelangelo), cavaliere gerosolimitano, architetto dilettante e confratello del sodalizio, si deve il progetto di due portali.
Il 21 marzo 1785 il granduca Pietro Leopoldo promulgò il motupropio di soppressione <<di tutte le Società esistenti nel….Granducato sotto il nome di Compagnie, Congregazioni, Congreghe, e centurie, e Terzi Ordini>>. Per le pressioni dell’arcivescovo fiorentino Antonio Maria Martini nove di esse […] - vennero <<preservate>> dalla soppressione. Tra esse quella di san Niccolò del Ceppo. I nove sodalizi furono sottoposti a restrizioni […] fu consentito di conservare le proprie sedi […] .”
(tTratto da: Il Crocefisso restaurato di Beato Angelico, La Compagnia di san Niccolò di Bari detta del Ceppo, di Ludovica Sebregondi, Mandragora, 2018)

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