La transumanza
“[…] Il
fenomeno della transumanza, lo spostamento stagionale delle greggi, costituisce
un aspetto che ha interessato ampie zone del Mediterraneo da tempi antichissimi
fino alla prima metà del XX secolo.
Per la Toscana,
e il Casentino in particolare, possiamo parlare soprattutto di transumanza discendente
effettuata cioè dai monti alla pianura. Si ha notizia tuttavia, anche se in
misura minore, di un tipo di transumanza ascendente, detta anche monticazione,
per la quale le greggi degli allevatori di pianura venivano condotte nei
pascoli casentinesi di alta quota durante la stagione estiva.
Il motivo
principale degli spostamenti stagionali, per gli allevatori del Casentino, è da
ricercare sicuramente nella scarsa base foraggera per il nutrimento delle
bestie. Nei mesi di Settembre ed ottobre si effettuavano i preparativi per la partenza.
Gli allevatori affidavano le greggi al capo pastore transumante, detto vergaio,
che, con l’aiuto di vari garzoni diveniva il responsabile per il viaggio e per
tutta la durata della permanenza in Maremma fino al ritorno in primavera.
I percorsi
della transumanza hanno conosciuto variazioni nel corso del tempo al mutare
delle condizioni politiche ed amministrative. Nel periodo etrusco-romano e in
parte anche medievale gli itinerari delle greggi transumanti seguivano
direttrici dettate principalmente dalle caratteristiche morfologiche del territorio.
Si privilegiavano, in questo senso, i percorsi tracciati parallelamente ai
corsi d’acqua.
Nella seconda
metà del XVI secolo, per quanto riguarda la Maremma, con i nuovi statuti della
Dogana dei Paschi messi a punto dal governo mediceo che prevedevano luoghi di
controllo e di conta delle pecore, si ebbero sicuramente alcune variazioni
rispetto agli antichi percorsi.
Ad esempio,
durante il viaggio di andata i pastori dell’Alto Casentino, erano obbligati ad
un primo conteggio e relativo pagamento presso la Calla di Rignano sull’Arno,
alla quale si aggiungeva un ulteriore pagamento per la concessione della fida
una volta giunti alla Calla di Paganico. […].”
(Tratto da: “Guida
ai prodotti agroalimentari del Casentino, a cura dell’EcoMuseo del Casentino)
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