Via Romana negli anni Cinquanta descritta da una turista statunitense
"[...] Una strada <<caratteristica>> di Firenze - cioè una via che contiene più punti di interesse turistico - non è solo straordinariamente stretta, povera e sovraffollata, carica di fiorai e ortolani che espongano la loro merce lungo il marciapiede, ma è anche facilmente una delle principali arterie di traffico. oggi, per esempio, la strada principale da Siena e Roma è ancora l'antica via Romana, che principia al vecchio arco della Porta Romana, [...] arriva a Palazzo Pitti, [...]. Il traffico di via Romana è altamente <<caratteristico>>. Lungo lo stretto marciapiede camminano in fila indiana comitive di turisti svizzeri o tedeschi, a gambe nude, con macchine fotografiche e altri ordigni penzolanti sulle loro persone da varie cinghie di pelle; strusciandosi agli edifici, con ai piedi scarpe rinforzate, hanno l'aria di una cordata di scalatori sulle Alpi. Del resto, sono i soli passanti che non rischiano la vita. Dietro a loro scorre nei due sensi un fiume confuso di esseri umani e veicoli: automobiline pedalanti dentro e fuori il Giardino di Boboli, vecchie che arrancano dentro e fuori le chiese, tricicli di drogherie, biciclette, vespe, lambrette, motociclette, topolino, seicento, un camion con rimorchio, un carretto di campagna, trainato da un ciuco carico di sacchi di biancheria lavata all'antica, con la cenere, Cadillac, Alfa Romeo, millecento, Chevrolet, una Jaguar, una Rolls-Royce con autista e targa fiorentina, branchi di muscolosi operai che trasportano scrittoi, specchiere e credenze (questo è infatti il quartiere degli artigiani), idraulici che spaccano il marciapiede, coppie di turisti americani con guide e mappe, bambini, artisti della Pensione Annalena, preti, impiegati, massaie con borse della spesa che sostano a tastare i conigli impellicciati appesi dentro e fuori le botteghe dei pollaioli, spazzini comunali (uomini in uniforme grigia che pedalano su tricicli muniti di due o tre bidoni dell'immondizia e di una scopa fatta di frasche), un paio di ragazzi che trasportano una corona funebre a ferro di cavallo, grossi autobus di turisti forestieri con guide che parlano da un microfono, camion pieni di fiaschi di Chianti, camion pieni di insalata in canestri, camion di polli vivi, camion d'olio d'oliva, il furgone postale, il ragazzo del telegrafo in bicicletta, che parcheggia sulla strada, un venditore di trippa con suo carretto di budelli fumanti, enormi camion militari Volkswagen con su scritto <<U.S.Forces in Germany>>, un uomo in motocicletta con una poltrona imbottita legata sul davanti, una pianola ambulante, fiaccherai provenienti da Palazzo Pitti. E' come se l'intera storia della locomozione in Europa venisse ricapitolata in una sola strada; in altro brontola un aeroplano; manca soltanto la lettiga romana. [...]"
(Mary McCarthy, Le pietre di Firenze - 1959)
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