La Firenze vista da una turista americana negli anni Cinquanta
"[...] Il peggio sono le estati. La valle dell'Arno è un forno naturale, nel quale per tutto luglio e agosto la città cuoce quasi senza sollievo. Venezia ha il mare, Roma il ponentino e le fontane; Bologna i portici; Siena l'altitudine. Ma la calura sassosa di Firenze non ha refrigeri. C'è chi dichiara che a Fiesole o vicino al Giardino di Boboli fa più fresco, ma on è vero, o almeno non è abbastanza vero. Per il popolino e per i turisti l'unico rifugio sono le chiese, oltre all'UPIM, che ha l'aria condizionata, e alla gelida piscina fasciata da un giardino fiorito del Tennis Club alle cascine, che solo pochi turisti conoscono di nome e che la gente del posto non ha, di solito, i soldi per frequentare. [...]"
(Mary McCarthy, Le pietre di Firenze - 1959)
(Mary McCarthy, Le pietre di Firenze - 1959)
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