La Dogana a Firenze
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando
Nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio, per intendersi il secondo (per chi entra nel palazzo dall’ingresso principale) cortile da cui si accede alla biglietteria del nuovo museo 'Tracce di Firenze', si notano due rampe con il pavimento ricoperto di lastre di vetro stratificato. Quest’intervento è stato realizzato per permettere di vedere la sottostante originaria pavimentazione del cortile, fatta di sestine di cotto disposte a spina di pesce.
Il Cortile della Dogana fu costruito nel 1494 dal fiorentino Cronaca (Simone del Pollaiolo 1457-1508) con uno scopo strutturale, infatti i suoi massicci pilastri contribuiscono a sostenere il Salone dei Cinquecento che si trova proprio qui sopra, al secondo piano.
Il nome, Cortile della Dogana, invece, deriva dal fatto che qui avevano sede gli uffici amministrativi della dogana fiorentina, fatti insediare qui dal granduca Leopoldo II di Toscana (1797-1870). Infatti, le merci provenienti da fuori il Granducato, erano qui immagazzinate in attesa che il destinatario in loco le prelevasse, pagando (sdoganare) la tassa di dogana. Le merci erano fatte entrate dalla Porta della Dogana, l’ingresso rivolto a nord, verso via de’ Gondi, il portale, infatti, è tutt’oggi sormontato dallo stemma della dogana cittadina: una porticina merlata, intarsiata di marmi e sottostante la scritta “DOGANA”.
Nel 1844, in seguito all’alluvione del 3 novembre, che danneggiò molte merci qui in deposito, fu deciso di spostare uffici e magazzini doganali presso il casino di San Marco, nell’attuale via Cavour, nel tratto che oggi va dal piazza San Marco verso piazza della Libertà. Nella toponomastica è rimasto questo ricordo della dogana qui posta, infatti, una strada traversa a questo tratto di via Cavour, si chiama, appunto, via della Dogana.
RDF
Nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio, per intendersi il secondo (per chi entra nel palazzo dall’ingresso principale) cortile da cui si accede alla biglietteria del nuovo museo 'Tracce di Firenze', si notano due rampe con il pavimento ricoperto di lastre di vetro stratificato. Quest’intervento è stato realizzato per permettere di vedere la sottostante originaria pavimentazione del cortile, fatta di sestine di cotto disposte a spina di pesce.
Palazzo Vecchio, Cortile della Dogana, le nuove rampe per permettere la visione dell'originario pavimento in cotto |
Palazzo Vecchio, Cortile della Dogana, le nuove rampe per permettere la visione dell'originario pavimento in cotto |
Il Cortile della Dogana fu costruito nel 1494 dal fiorentino Cronaca (Simone del Pollaiolo 1457-1508) con uno scopo strutturale, infatti i suoi massicci pilastri contribuiscono a sostenere il Salone dei Cinquecento che si trova proprio qui sopra, al secondo piano.
Il nome, Cortile della Dogana, invece, deriva dal fatto che qui avevano sede gli uffici amministrativi della dogana fiorentina, fatti insediare qui dal granduca Leopoldo II di Toscana (1797-1870). Infatti, le merci provenienti da fuori il Granducato, erano qui immagazzinate in attesa che il destinatario in loco le prelevasse, pagando (sdoganare) la tassa di dogana. Le merci erano fatte entrate dalla Porta della Dogana, l’ingresso rivolto a nord, verso via de’ Gondi, il portale, infatti, è tutt’oggi sormontato dallo stemma della dogana cittadina: una porticina merlata, intarsiata di marmi e sottostante la scritta “DOGANA”.
Palazzo Vecchio, Porta della Dogana, particolare dello stemma della Dogana (immagine elaborata dall'originale tratta da Wikipedia.it) |
Nel 1844, in seguito all’alluvione del 3 novembre, che danneggiò molte merci qui in deposito, fu deciso di spostare uffici e magazzini doganali presso il casino di San Marco, nell’attuale via Cavour, nel tratto che oggi va dal piazza San Marco verso piazza della Libertà. Nella toponomastica è rimasto questo ricordo della dogana qui posta, infatti, una strada traversa a questo tratto di via Cavour, si chiama, appunto, via della Dogana.
RDF
Via della Dogana |
Commenti
Posta un commento