Perché si chiama il quartiere delle “Cure”?

Testo di Roberto Di Ferdinando
Articolo pubblicato su www.055firenze.it il 12 settembre 2013

Il quartiere delle Cure si sviluppò come quartiere residenziale in seguito all’ampliamento della città con i lavori di Firenze Capitale. Fino ad allora era stato un piccolo insediamento fuori le storiche mura cittadine, dedito da secoli alla lavorazione di corde e tessuti, e qui sorto per la presenza del torrente Mugnone che garantiva l’acqua indispensabile per tali attività artigianali. Lungo gli argini del Mugnone lavoravano i funaioli e i curandai. I primi realizzavano funi e corde ricavandole dalle matasse di canapa che stendevano lungo il corso d’acqua. Invece, i secondi lavavano, sbiancandole (in latino “cura” è sinonimo di mondatura e da cui “curandai”), le tele di lino con il ranno, cioè con l’acqua filtrata con la cenere e bollita, poi lavate ancora, risciacquate e stese sui fili posti sugli argini del torrente. Sul finire dell’Ottocento la curatura delle tele divenne prevalentemente un lavoro femminile e poi un semplice lavaggio della biancheria sporca che era ritirata nelle case dei fiorentini il lunedì mattina e riconsegnata pulita il sabato. Pian piano tale attività scomparve dalla zona, ma rimase nella toponomastica, infatti il quartiere  era già stato battezzato delle Cure a ricordo dei curandai per secoli qui attivi.
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