Il gioco dell’oca è fiorentino

Testo di Roberto Di Ferdinando

Il gioco dell’oca è uno dei più noti e diffusi giochi da tavolo per bambini. Un gioco semplice che si svolge su un percorso con 63 caselle che le pedine (giocatori) devono seguire per raggiungere l’arrivo, muovendosi sulla base dei numeri che escono dal lancio di una coppia di dadi. Un gioco con radici lontanissime (già nell’antico Egitto esistevano giochi a caselle) che nella sua versione moderna nasce proprio a Firenze. Infatti, nel 1580 Ferdinando I de’ Medici donò il gioco  al re di Spagna, Filippo II, che ne fu entusiasta tanto da diffonderne la pratica nelle corti d’Europa. E proprio da quella versione del gioco donata dai Medici si ispirarono le edizioni dei secoli successivi, caselle, decorazioni e simboli sono infatti rimaste quasi le stesse:  due dadi, un teschio, una coda, un ponte, un labirinto o un'oca.
Il gioco dell’oca, così come tutti i giochi di percorso (ad esempio anche il gioco delle scale o dei serpenti), ha un forte significato simbolico, che è molto evidenziato nella versione de’ Medici, in cui le decorazioni ricordano i pericoli che rappresentano le difficoltà fisiche e morali della vita (“Il numero delle caselle, 63, è particolarmente significativo: come prodotto di 9 x 7 permette di intendere il percorso come successione di 7 cicli di 9. Questi numeri si collegano direttamente alla teoria degli "anni climaterici", tenuti in grande considerazione dall'astrologia classica: i cicli settenari e novenari segnano infatti gli anni fondamentali della vita umana che, in questo caso, si concluderebbe col sessantatreesimo anno, chiamato "il grande climaterio." In questo senso il gioco può essere inteso come una rappresentazione simbolica del percorso stesso della vita” – tratto da: http://www.labirintoermetico.com). Ma allo stesso tempo rappresentava anche il cammino sapienziale dell’uomo. Non a caso l’oca che dà il nome al gioco è un animale che per gli antichi aveva un valore molto grande, di tutela, di guida provvidenziale e simboleggiava la Grande Madre dell’Universo.
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