I ponti del rione di Ricorboli

La dogana comunale, presso l'attuale p.za Ferrucci
“[…] La parrocchia di Ricorboli è lambita dall'Arno e nel suo territorio ci sono due ponti, uno più antico e uno più recente. Quest'ultimo è il ponte intitolato a Giovanni da Verrazzano la cui costruzione (su progetto dell'architetto Leonardo Savioli e dell’ingegner Carlo Damerini) fu deliberata nel 1965 ma fu portata a compimento solo nel 1970.
Più complessa ma interessante è la storia dell'altro ponte, quello di San Niccolò.
Già nel 1317 la Signoria fiorentina aveva progettato di costruire un ponte in corrispondenza dell'attuale pescaia, che doveva mettere in comunicazione le zone della Porta di San Niccolò e della Torre della Zecca.
Questo ponte, che per motivi politici non fu mai costruito, si doveva chiamare Ponte Reale in onore del re Roberto d'Angiò. Per avere un ponte vero e proprio si dovette aspettare il 1837, ma fino ad allora come potevano attraversare l'Arno i vari viandanti, ortolani, mercanti e girovaghi? Nei periodi estivi di magra era abbastanza semplice si attraversava il fiume da parte a parte su un carro, su una cavalcatura o a piedi, magari rimboccandosi le sottane o i pantaloni! In altri periodi, o con trasporti ingombranti, si ricorreva ai traghettatori che spingevano la "nave" puntando una lunga pertica o stanga sul fondo dell'Arno e che dovevano mantenere un percorso il più possibile rettilineo. Quasi tutte le navi venivano costruite a Limite sull'Arno dai maestri d'ascia Picchiotti: gli stessi traghettatori provvedevano periodicamente alla manutenzione.
Un guado importante era nei pressi dell'attuale Varlungo (vadum longum) ma non interessa il nostro territorio come lo interessa invece la "nave al moro" che metteva in comunicazione la riva dell'Arno, in corrispondenza dell'odierna via de' Baldovini, con l'altra riva nella zona dove attualmente sfocia il torrente Africo. Questo traghetto era detto "al moro" perché presso l'attracco c'era un gelso; gli ultimi traghettatori furono Giovanni e Giovanni Maria Cioci (o Cioni?), che avevano avuto la concessione dal Comune di Bagno a Ripoli sotto la cui giurisdizione si trovava allora il territorio di Ricorboli. Questa "nave" è nominata in documenti già dal 1500 e fino al 1800.
Con l'espansione delle industrie siderurgiche nel 1800 si diffuse l'usanza di costruire con l'acciaio ponti e monumenti (basti pensare alla Torre Eiffel o alla Mole Antonelliana). Anche Firenze non volle essere da meno ed i Lorena affidarono all'impresa francese Seguin la costruzione di un ponte sospeso (come era di moda a quei tempi), che doveva mettere in comunicazione la zona di San Niccolò con quella della Zecca.
Questo ponte fu costruito in concessione, cioè senza pagamento da parte del Comune nei confronti dell'impresa, ma per attraversarlo le persone dovevano pagare come pedaggio un soldo a testa, più una certa tariffa per i barrocci, le bestie, le some ecc... Sembra che da allora sia aumentato il numero delle persone e dei carri che attraversavano l'Arno a piedi anche se il fiume non era... tanto in secca!
Questo ponte sospeso fu inaugurato il 20 marzo 1837 e fu chiamato di San Ferdinando in onore di Ferdinando III, padre di Leopoldo di Lorena. Aveva una luce di ben 90 metri ma purtroppo nel 1844, sette anni dopo l'inaugurazione, l'alluvione dell'Arno lo fece crollare. La sua ricostruzione iniziò nel 1852 su progetto dell'ingegnere Felice Francolini ed il nuovo ponte, sempre del tipo "sospeso", fu aperto al pubblico nel gennaio del 1853.
Verso la fine del 1800 si stavano diffondendo i nuovi mezzi di trasporto, più veloci e più moderni: dall'omnibus a cavalli al tram a vapore e poi al tram elettrico (che da tramway diventò tranvai). Al fine di permettere il passaggio sull'Arno della linea ferroviaria per il Chianti, nel 1890 il ponte sospeso (quello del 1853) fu demolito e al suo posto fu costruito un ponte a traliccio a tre luci posato su due pile di travi in ferro; era largo 6 metri e fu realizzato su disegno dell'ingegnere Rodriguez. Fu chiamato il "Ponte di Ferro" e molte persone anziane, nate o vissute a Ricorboli o alla Colonna, tuttora chiamano così il Ponte di San Niccolò.
Il Ponte di Ferro ha resistito fino all'alba del 4 agosto 1944 quando fu fatto saltare dai Tedeschi.
Dal 1944 al 1948 fu utilizzato un ponte Bailey costruito dagli Alleati, poi, nel 1949, su progetto dell'ingegnere Riccardo Morandi, fu realizzato l'attuale Ponte di San Niccolò: esso ha una sola arcata di circa 100 metri, la carreggiata è larga 16 metri ed è costruito tutto in cemento armato. […].”
(Tratto da: Paolo Tonini, Ricorboli – Un territorio, una Chiesa, una Parrocchia, Firenze, 2001)
(Foto tratta da Wikipedia.it)

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