Quando ser Nino de Cantoribus propose di costruire il Duomo
Santa Reparata - (https://www.ciaoflorence.it/) |
"Nel luglio del 1293, il Parlamento della Repubblica fiorentina era adunato nella Chiesa di Santa Reparata, cattedrale di Firenze.
Non si creda però che assistesse ad una funzione religiosa, perché la Chiesa di Santa Reparata, serviva anche da sala di adunanza del Parlamento popolare.
Ancora non era sorto il Palazzo della Signoria, e gli stessi Priori della Repubblica, presieduti dal Gonfaloniere di Giustizia, non avevano sede fìssa, riunendosi qua e là, e specialmente nella Torre della Castagna, stretta ed alta, scomoda e angusta, come anche oggi si può vedere in Piazza San Martino, accanto alla Badia Fiorentina.Per le sedute del Parlamento venivano scelte, via via, le chiese cittadine e in prevalenza quella di Santa Reparata, che era la più importante, perché cattedrale, cioè Chiesa del Vescovo di Firenze.
In quella Chiesa si tenevano anche i ricevimenti ufficiali della Signoria, quando passavano dalla città personaggi importanti, Imperatori e Re, Princìpi ed Ambasciatori.
Ecco perché nel luglio del 1293 il Parlamento della Repubblica fiorentina si trovava radunato nella Chiesa di Santa Reparata.
Era un momento fortunato per Firenze. A Fucecchio si trattava la pace tra i Guelfi fiorentini e i Ghibellini pisani. Sotto gli Ordinamenti di Giustizia, la città prosperava e s’ingrandiva nei Borghi, che uscivano fuori delle antiche Porte, risuonanti del lavoro artigiano.
Per questo si alzò a parlare ser Nino de Cantoribus, il quale, tra l’approvazione generale, propose che la Chiesa di Santa Reparata venisse ingrandita e rinnovata, a spese della Repubblica.
Egli ricordò che la Chiesa era l’onore e la gloria d’ogni città repubblicana. La Chiesa era stata la madre dei popoli. Il Vescovo aveva sempre difeso la libertà e la dignità dei cittadini, contro le pretese degli imperatori e le prepotenze dei feudatari. E se la Signoria poteva adunare il suo Parlamento nella Chiesa del Vescovo, ciò derivava dal fatto che il Vescovo era sempre stato l'ispiratore e il protettore della Repubblica.
La Chiesa di Santa Reparata era antichissima. Sotto l’altare riposava la salma d'uno dei più grandi Vescovi fiorentini: San Zanobi. Ma proprio per essere antichissima, la Chiesa di Santa Reparata
era piccola e oscura, con grandi muri e piccole finestre, poco spaziosa e pochissimo luminosa.
Ser Nino de Cantoribus era un uomo istruito. Il titolo di « ser » veniva dato soltanto a coloro che avevano studiato all'Università, come giuristi e notai.
Egli ricordò come le altre città della Toscana avessero già cattedrali bellissime. A Pisa era terminato il grande Duomo, tutto rivestito di marmo. A Lucca, imitante l'architettura pisana, sorgeva la splendida cattedrale di San Martino. Siena profondeva tesori, per l’ambizioso progetto di un Duomo vastissimo, che non fu ma completato.
E Firenze sarebbe rimasta con quella antica chiesa, scura fuori per la pietra usata e buia di dentro, per le finestre a feritoia? I fiorentini si sarebbero accontentati di quella piccola chiesa, gloriosa sì,
troppo modesta a confronto del Duomo di Pisa, di Lucca, di Pistoia, Siena, di Prato e persino di Empoli?
Fino allora la Signoria aveva sempre stanziato somme, per le riparazioni e il restauro di tutte le Chiese e in special modo di quella di Santa Reparata, ma ora occorreva prendere una deliberazione più importante. (Costasse quel che costasse, bisognava rinnovare completamente la Chiesa). La Repubblica fiorentina, pena il disonore, doveva avere un Duomo come le altre città della Toscana, anzi grande e più bello di tutti quelli già esistenti.
La proposta di ser Nino de Cantoribus venne unanimamente approvata. Non c'era bisogno d'insistervi molto, perché tutti i fiorentini sentivano il desiderio d'avere un Duomo degno della loro città, e che manifestasse in maniera splendida la loro fede e la loro devozione....."
(Tratto da: “Un duomo per il concilio”, testo di Piero Bargellini, 1969).
In quella Chiesa si tenevano anche i ricevimenti ufficiali della Signoria, quando passavano dalla città personaggi importanti, Imperatori e Re, Princìpi ed Ambasciatori.
Ecco perché nel luglio del 1293 il Parlamento della Repubblica fiorentina si trovava radunato nella Chiesa di Santa Reparata.
Era un momento fortunato per Firenze. A Fucecchio si trattava la pace tra i Guelfi fiorentini e i Ghibellini pisani. Sotto gli Ordinamenti di Giustizia, la città prosperava e s’ingrandiva nei Borghi, che uscivano fuori delle antiche Porte, risuonanti del lavoro artigiano.
Per questo si alzò a parlare ser Nino de Cantoribus, il quale, tra l’approvazione generale, propose che la Chiesa di Santa Reparata venisse ingrandita e rinnovata, a spese della Repubblica.
Egli ricordò che la Chiesa era l’onore e la gloria d’ogni città repubblicana. La Chiesa era stata la madre dei popoli. Il Vescovo aveva sempre difeso la libertà e la dignità dei cittadini, contro le pretese degli imperatori e le prepotenze dei feudatari. E se la Signoria poteva adunare il suo Parlamento nella Chiesa del Vescovo, ciò derivava dal fatto che il Vescovo era sempre stato l'ispiratore e il protettore della Repubblica.
La Chiesa di Santa Reparata era antichissima. Sotto l’altare riposava la salma d'uno dei più grandi Vescovi fiorentini: San Zanobi. Ma proprio per essere antichissima, la Chiesa di Santa Reparata
era piccola e oscura, con grandi muri e piccole finestre, poco spaziosa e pochissimo luminosa.
Ser Nino de Cantoribus era un uomo istruito. Il titolo di « ser » veniva dato soltanto a coloro che avevano studiato all'Università, come giuristi e notai.
Egli ricordò come le altre città della Toscana avessero già cattedrali bellissime. A Pisa era terminato il grande Duomo, tutto rivestito di marmo. A Lucca, imitante l'architettura pisana, sorgeva la splendida cattedrale di San Martino. Siena profondeva tesori, per l’ambizioso progetto di un Duomo vastissimo, che non fu ma completato.
E Firenze sarebbe rimasta con quella antica chiesa, scura fuori per la pietra usata e buia di dentro, per le finestre a feritoia? I fiorentini si sarebbero accontentati di quella piccola chiesa, gloriosa sì,
troppo modesta a confronto del Duomo di Pisa, di Lucca, di Pistoia, Siena, di Prato e persino di Empoli?
Fino allora la Signoria aveva sempre stanziato somme, per le riparazioni e il restauro di tutte le Chiese e in special modo di quella di Santa Reparata, ma ora occorreva prendere una deliberazione più importante. (Costasse quel che costasse, bisognava rinnovare completamente la Chiesa). La Repubblica fiorentina, pena il disonore, doveva avere un Duomo come le altre città della Toscana, anzi grande e più bello di tutti quelli già esistenti.
La proposta di ser Nino de Cantoribus venne unanimamente approvata. Non c'era bisogno d'insistervi molto, perché tutti i fiorentini sentivano il desiderio d'avere un Duomo degno della loro città, e che manifestasse in maniera splendida la loro fede e la loro devozione....."
(Tratto da: “Un duomo per il concilio”, testo di Piero Bargellini, 1969).
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