La festa di San Lorenzo

“La festa di San Lorenzo e della chiesa fiorentina di cui è titolare, che cade il giorno 10 agosto, è stata per molti secoli una festività fra le più amate a Firenze, solennemente celebrata con funzioni religiose e insieme con iniziative laiche e popolari a testimonianza della forza aggregante che seppe avere per clerici come per i laici, per i signori e per il popolo.La Basilica di San Lorenzo in Firenze, sorta nel IV secolo su una piccola altura nella strada d’uscita verso Fiesole al di fuori delle mura romane e che una tradizione non fondata vuole consacrata nell'anno 393 da Sant'Ambrogio vescovo di Milano, è da sempre, fin dalla sua origine, legata alla città e a quanti ne hanno retto le sorti. Benché la chiesa sia ovviamente da molti rapportata, a partire dal XV secolo, alla famiglia Medici che la elesse a suo mausoleo, rintracciamo ricordi più antichi dell’interesse civile oltre che religioso per essa, un interesse che aveva il momento di maggiore visibilità il 10 di agosto, giorno dedicato dalla Chiesa al santo principe dei martiri e diacono romano morto nel 258. Tale cura deve essere fatta risalire, come antichi documenti comunali motivano, al rispetto per la basilica quale luogo in cui ebbero sede i primi vescovi fiorentini facendone, a buon diritto per l'alto Medioevo, centro di un potere anche politico.
Nei confronti della insigne Basilica di San Lorenzo, «mater et caput florentinae ecclesiae» come recita una bolla di Papa Celestino III del 1191, la Signoria di Firenze delibera il 10 febbraio 1394 (stile fiorentino: 1395 stile moderno), con una provvisione, il proprio impegno per i festeggiamenti che, in epoca medievale, includevano, in omaggio all'antica sede episcopale, una processione di grande valore simbolico che si svolgeva fra la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la basilica laurenziana dove i Consiglieri dell'Arte dei Mercanti, il Proconsolo e i Consoli di tutte le Arti offrivano “torcetti di cera”. In San Lorenzo, infatti, ogni 10 di agosto, secondo quanto si legge nell'antico documento comunale, il governo della città era tenuto «in perpetuum» ad «offerre, et dimittere torchiettos de cera>>. La festività inziava di buon mattino nell’aula ecclesiale, abbellita con ricchi decori dove le reliquie del santo lì conservate (fra cui, secondo antichi testi, insieme ad altre, «un dente e un pezzetto di graticola»), tutte custodite in preziosi reliquiari, venivano esposte con gran pompa, sistemate su un altare effimero allocato a bella posta «in mezzo alla chiesa». Il priore celebrava “pontificalmente” con una messa cantata <<ad concursum populi>> a cui faceva seguito un'altra cerimonia religiosa nel corso della quale veniva impartita la “benedizione alla città di Firenze" alla presenza del Magistrato civico.
Con l’inizio del XVII secolo dopo l’erezione, sul modello di Don Giovanni de’Medici de' Medici (1602), della Cappella dei Principi, per commemorare il rapporto strettissimo fra la basilica e i Medici, la famiglia granducale decise di concedere «libero accesso alla Cappella dei Principi». L'usanza, in seguito, era divenuta oramai parte integrante della festività di San Lorenzo al punto che venne rispettata anche in epoca lorenese. Come per le celebrazioni maggiormente care alla città, la Signoria e, più
tardi, il governo granducale, fino al XIX secolo, organizzavano una corsa di cavalli che si snodava da Porta San Gallo fino a borgo di San Lorenzo <<alla volta dell'Arcivescovado» come ricorda un testo del XIX secolo, con un palio he, nell'Ottocento, consisteva in lire 60 elargite dalla Comunità di Firenze.
Fra i fiorentini che in tal giorno accorrevano festosi alla Basilica di San Lorenzo dobbiamo ricordare, in particolare, i membri dell'Arte dei Fornai, la cui residenza era posta in via Lambertesca nella parte poi rimasta incorporata nel fabbricato degli Uffizi, i quali avevano eletto il santo a loro patrono, dedicandogli un'immagine. quasi a grandezza naturale, dipinta su un pilastro all'interno di Orsanmichele (scuola di Taddeo Gaddi, attr.; seconda metà del XIV secolo). In questo affresco si vede, nella parte superiore, San Lorenzo che tiene l'insegna dell’Arte (una stella bianca ad otto punte in campo rosso) mentre nella piccola scena sottostante egli viene rappresentato sulla graticola del martirio. Il 10 agosto i Consoli dell'Arte dei Fornai non solo si recavano solennemente a fare l'offerta rituale in Orsanmichele ma erano anche fra i cittadini maggiormente impegnati nelle celebrazioni che avevano luogo nella basilica dedica al santo.
Nella zona intorno alla chiesa laureanziana, fra l’altro, abitavano ed avevano forni e botteghe un gran numero di fornai e di negozianti di pasta da minestra. Le mostre di queste botteghe venivano approntate per la festa d'agosto con molta fantasia; i fornai usavano, a tal fine, “i prodotti del mestiere”, presentando il pane in varie fogge, attirando così una gran folla. Ed ancora, oltre al pane dalle forme più insolite, una particolare pasta che era uso mangiare per la festività di San Lorenzo era la lasagna, «sorta di pasta di farina di grano, sottile e in forma di lunga striscia o nastro, leggermente increspata da un lato per lo più adoperasi per minestra» (dal 'Vocabolario della Crusca'). I fornai fiorentini erano associati fra loro anche in una compagnia di carattere religioso denominata Compagnia di San Lorenzo dei Fornai, con sede in via San Gallo. Il contributo da parte della Compagnia di San Lorenzo dei Fornai, nei festeggiamenti del 10 agosto, prendeva forma, principalmente, nel corso della distribuzione dei pani benedetti, a cui seguiva, alla sera, un'allegra "cocomerata" con cui si concludeva la calda giornata estiva. […]”
(Tratto da: Festività Fiorentine, a cura di Luciano Artusi e Anita Valentini, Comune di Firenze, 2001).

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