Il Lachera
“In piazza del Mercato Nuovo, ad angolo con via di Capaccio, una targa piuttosto recente commemora un personaggio fiorentino vissuto nell'ottocento: trattasi del pastaio Giuseppe Lachecri detto Lachera (1806-1864), che faceva il venditore ambulante di ciambelle, pan di ramerino, schiacciata con l’uva e pere cotte. Oltre che per la bontà dei suoi dolci il Lachera era famoso per i suoi scherzi, le sue pungenti battute, le invettive di popolare raffinatezza che rivolgeva ai potenti dell’epoca e specialmente al granduca Leopoldo, che soprannominò Canapone per via dei suoi capelli biondi e stopposi. Quando infatti il granduca fece restaurare la fontana del Porcellino, ad esempio, il Lachera diceva "E l'hanno ripulito,
gli è sempre il solito porco!”, - e a chi pensate mai volesse alludere? E non si risparmiò nemmeno nel periodo postunitario, quando le bandiere tricolore furono esposte alle finestre e lui urlava più forte del solito “Donne, e c'è i cenci!''. Il Lachera lo si riconosceva a prima vista: basso e corpulento, indossava sempre un lungo e liso grembiule bianco […] . Collodi lo definì la facezia arguta e frizzante fatta uomo, il vero brio sarcastico fiorentino travestito da venditore di pere cotte. […]”.”
(Tratto da: Il grembiule del Lachera, di Narco Tangocci e e Davide Di Fabrizio, pubblicato su Lungarno - febbraio 2021)
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