Le campane di Santa Maria Novella che fecero scappare Leopardi

 

“Maria Domenica Caterina, Maria Nunziata Pietra Tommaso, Maria Assunta Vincenza Antonina e Maria Giovanna Caterina, tutte e quattro figlie del fonditore fiorentino Alessandro Tognozzi, vennero battezzate il 16 giugno del 1764. Risuonarono per l’intera città di Firenze. Parliamo delle campane della basilica di Santa Maria Novella, rifuse anche con il bronzo delle vecchie sorelle che risalivano all’inizio del 1300. Tra bronzo antico, quello nuovo e la manodopera, costarono un patrimonio (1077 scudi, 4 lire e 11 denari). Ma il suono lasciava un po’ a desiderare e di questo se ne lamentò persino il poeta Giacomo Leopardi, che nel 1830 alloggiava in un albergo poco lontano. Nervosetto di suo, Leopardi non riteneva gradevole quello scampanio e decise di trasferirsi in una locanda più silenziosa. Rimediò alla supposta stonatura fra’ Rosario Magnelli che quindici anni dopo, proprio per armonizzare al meglio il suono delle quattro campane, con la scusa di onorare il fondatore del convento di Santa Maria Novella spese 800 libbre per aggiungere una squilla, dedicandola a  Giovanni da Salerno, eletto beato fra gli angeli e le campane. […]”
(Alfredo Scanzani, in Storia & storie di Toscana, gennaio-febbraio 2020)

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