Medea Mei Figner, affascinante soprano, musa di Ciaikovskij e amica degli Zar

Testo di Roberto Di Ferdinando
(Fonti: Io Donna e Wikipedia.it)

“ Sono nata nella splendida, fragrante Firenze, giardino d’Italia… “, così iniziano “Le Mie Memorie” di Medea Mei Figner, soprano di sublimi capacità artistiche e affascinante donna di grande temperamento ed eccentricità, una vera diva che si esibì nei più importanti teatri a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento.
Medea, terza di quattro figli, nacque a Firenze, in via dell’Agnolo, il 4 aprile 1859 da una famiglia semplice. Suo padre era un tipografo, la madre una casalinga. Giovanissima si innamora dell’arte del canto dopo aver visto al Teatro Pagliano (l’attuale Teatro Verdi) le interpretazioni di Tommaso Salvini e Rosa Verdolini. Decide così di voler fare la cantante, nonostante il padre consideri sconveniente la carriera artistica. Sarà lo zio materno (la madre di Medea era morta da alcuni anni) a sostenere il sogno della nipote che a quattordici anni entra al Conservatorio, come soprano leggero, e dove ha importanti docenti. Questi la segnalano all’impresario Tinti che la scrittura per il suo debutto ufficiale a sedici anni: interpreta Azucena ne Il Trovatore al teatro di Sinalunga. Medea così è pronta per il debutto fiorentino, prima al Teatro Pagliano e poi al Teatro La Pergola, nella parte di Gertrude nell’Amleto di Thomas, guadagnando 100 franchi a spettacolo. Inizia così la sua splendente carriera: Teatro Regio di Torino (Carmen, Amleto), Nizza (Saffo di Puccini), Modena, Genova, Barcellona, Madrid (Il Trovatore, La Favorita), Granada, Siviglia, Cadice, Alicante, Cordova (Amleto, La Favorito e la Carmen) ed ancora Italia a Milano e a Bologna, Bucarest (Aida), Montevideo, Buenos Aires  (la Favorita, Gioconda, Il Trovatore, Marta), e una seconda tournée in Sud America: Rio de Janeiro e San Paolo (Aida, La Favorita, Valentina ne Gli Ugonotti e Marion Delorme). Rientra in Europa e nel 1887 a Milano incontra il  Direttore dell’Opera Imperiale Russa di San Pietroburgo, Kondratev che la ingaggia. Inizia una nuova carriera ed una nuova vita per Medea. Debutta a San Pietroburgo il 26 aprile 1887 e rimarrà in Russia per venticinque anni diventando una diva e conoscendo e frequentando la famiglia reale. Nel 1889 sposa l’aristocratico Nicolaij Figner (Medea si era sposata già negli anni precedenti con il tenore Filippo Biadi, da cui ebbe due figli, e che morì di febbre gialla sulla nave che lo stava portando in Egitto), tenore, e dal matrimonio nasceranno quattro figli. Inizia la collaborazione con un giovane Toscanini. Medea  lo aveva conosciuto nel 1887 a Rio de Janeiro, dove il diciannovenne Toscanini suonava il violoncello nell’Aida. Furono poi Figner e Medea a convincere Toscanini a diventare direttore d’orchestra raccomandandolo anche ai loro amici. Nell’estate del 1890 la coppia di artisti ospita Chajkovskij per preparare la nuova opera La Dama di Picche. Era stata composta a Firenze dallo stesso Chaikovskij in primavera (si veda: Via San Leonardo), e ritagliata su misura per ambedue. Medea aveva conosciuto l’artista russo nel 1888 quando a Cernobbio con Arturo Toscanini stava preparando il ruolo di Titiana, dell’Eugenio Oneghin proprio di Chajkovskij. In quell’occasione Medea chiese direttamente a Chajkovskij di aiutarla nella preparazione del ruolo. Chajkovskij l’ascoltò varie volte, senza fare alcun commento, finché lei, tra curiosità, trepidanza e disperazione, gli chiese un parere: “E’ esattamente la Tatiana che avevo sempre desiderato. Non c’è nulla da aggiungere o modificare” fu la risposta del maestro. Il connubio artistico tra i due continuò, nel 1892 Medea debutta ancora al Mariinskij in Iolanda, composta ancora da Chajkovskij. Nel 1893 prepara L’Onore del Villaggio, Aida e I Pagliacci. Nel 1896 porta in scena a Mosca, Carmen. Nel 1900, sempre al Mariinskij, sarà un’eccelsa Mimì, nella Bohème di Giacomo Puccini. Come ricorda egli stessa nelle sue memorie “…anche se io l’avevo già interpretata nell’estate del 1899 con lo stesso Puccini, che abitava non lontano dalla mia villa di Viareggio, nella sua tenuta. Lui restava quasi tutto il giorno con me a Villa Medea e impostammo insieme tutta la bella parte di Mimì, che io definii nei minimi dettagli : mi riusciva particolarmente bene la scena della morte…” (i più famosi medici del periodo, dinanzi alla sua interpretazione della morte di Mimì si chiesero più volte dove avesse imparato a morire con tanta precisione). All’inizio del 1903 fu invitata a partecipare alla stagione invernale in Sud America : a Buenos Aires e Montevideo per Tosca, Gioconda, Mefistofele. Nel cast erano presenti anche Enrico Caruso e Raimondi, e direttore d’orchestra era Arturo Toscanini. E poi ancora Dresda, Monaco, Mosca e San Pietroburgo fino all’inizio del 1912, quando decise di concludere la sua carriera artistica.
Medea ebbe in tutto sei figli, tre maschi (tutti morti in guerra) e tre figlie (una cantante lirica, una soprano, una professoressa di lettere). Fu oltre ad artista eccelsa e donna bellissima, un personaggio assoluto e pertanto non mancano curiosità nella sua biografia, ad esempio,  era solita circondarsi di animali, in particolare di scimmie. Non solo, addestrò un suo scimpanzé come un maggiordomo, che portava le bevande agli ospiti. Questo scimpanzé mori dopo essersi bevuto una bottiglia di liquore. Solo i suoi familiari stretti la potevano chiamare Lina, ma nessun nipote poteva chiamarla nonna. Rimase in Russia fino alla vigilia della prima guerra mondiale. Poi si trasferì a Parigi, alla dogana francese dichiarò dieci anni in meno. Morì l’8 luglio 1952 a Parigi.
RDF

Medea Mei Figner (immagine tratta da: http://www.iodonna.it)





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